Il sindaco Fabio PasseraIl sindaco Fabio Passera

Le ragioni di una presenza – "Perché un giovane artista nato negli anni '70 debba essere fiero di esporre a Maccagno?", si chiede Fabio Passera, sindaco del luogo. La risposta è data con un certo compiacimento: "Un museo che non ha ancora compiuto i suoi dieci anni di vita e che tanta strada ha fin qui percorso, merita una attenzione tutta particolare".

Padiglione lombardo
– C'è del vero in tutto ciò. Senza fare grandi numeri, difficili per tutti, il Civico Parisi Valle cerca di darsi da tempo una sua abbastanza definita fisionomia. E se alla viste, per il 2008, c'è una mostra dedicata all'arte in provincia di Varese, ideale continuazione di quella a suo tempo presentata al Museo Bodini dallo stesso Claudio Rizzi, ora in sella a Maccagno, il ciclo di mostre attraverso le generazioni scandite di decennio in decennio, discutibili o meno nelle scelte artistiche, rappresentano  in ogni caso una progettualità a lungo respiro; e centrata su una certa idea di indagine attenta ai valori noti e meno noti espressi in Lombardia dal dopoguerra ad oggi, ma in grado di dar conto "quasi fosse un padiglione lombardo della contemporaneità, di un dinamismo intellettuale e idea progettuale per alzare la bandiera lombarda anche oltre le mura ideali del territorio", ha scritto l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie del Pirellone, Massimo Zanello.

Gli artisti all'inaugurazioneGli artisti all'inaugurazione

L'interazione – La collaborazione tra enti è, poi, un altro punto a favore del pluriennale progetto portato avanti da Maccagno: con la Regione, appunto, ma anche con la Provincia di Milano, che per le mostre pregresse e per questa in corso, mette a disposizione i propri spazi milanesi, come lo Spazio Gucciardini; con altri comuni lombardi ancora, con cui le mostre di Maccagno dialogano interagendo in un progetto di abbattimento dei costi e veicolazione ulteriore del proprio nome e della propria identita.

Senza complessi
– Così è anche per questa ultima esposizione del 2007, quella che esibisce poco più di una ventina di nati tra il 1970 e il 1980; un numero inferiore a quanti di solito selezionati per queste 'fotografie di gruppo' generazionali, per dar modo ai più giovani di essere mostrati con più agio, di mostrarsi di più e meglio. Non è l'impegno che manca alla generazione in questione, né il timore della dimensione; la volontà di far grande ed imprimere senza complessi di inferiorità le proprie idee sul medium prescelto. In molti tra loro, erano presenti, all'inaugurazione. Una mostra che in ogni caso merita la visita, in un atmosfera invernale che rende il museo a ponte sul lago ancora più affascinante, dimenticandosi, quando è il caso, del parco giochi lì attorno.