Venezia – Numeri, forme, proporzioni. Ma anche spiritualità, natura e ricerca interiore. È un percorso tra matematica e mistero quello proposto da Giorgio Piccaia nella mostra Natura Est. L’armonia dei numeri, allestita dal 1° agosto negli spazi della Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani.
In mostra 34 opere tra tele, carte, papiri, installazioni e sculture. Al centro della ricerca dell’artista italo-svizzero, la celebre successione di Fibonacci e gli studi di Luca Pacioli: due grandi matematici italiani che unirono idealmente Pisa e Venezia, segnando la storia della matematica europea tra Medioevo e Rinascimento.
Piccaia rende loro omaggio trasformando i numeri in segni, simboli, ritmo visivo e meditazione. È la geometria sacra – quella che governa la disposizione dei petali di un fiore, la spirale di un guscio, la simmetria delle infiorescenze – a guidare la sua arte come una via iniziatica verso la conoscenza.
All’ingresso, l’installazione Bandiere-Aquiloni accoglie il visitatore con grandi carte intelate dedicate ai numeri indiani. Al piano terra, Il Rosario di Fibonacci introduce una narrazione scandita dalla famosa sequenza matematica, con le tele esposte nelle varie stanze. Al piano superiore trovano spazio opere su papiro e acetato.
Secondo la curatrice Pamela Stroppa, “nella Natura c’è un codice matemagico, una via per tornare a casa e poi ripartire verso l’infinito”. Un’intuizione condivisa anche da Gianpaolo Cantini, ex ambasciatore d’Italia al Cairo, che sottolinea il valore simbolico del progetto nei rapporti storici tra Europa e mondo arabo.
Del resto, la successione di Fibonacci affonda le radici nella matematica sanscrita: già il grammatico indiano Pingala ne intuì la logica nei trattati di prosodia, e nel VI secolo Virahanka ne descrisse la struttura applicata al ritmo dei versi. Leonardo Pisano, detto Fibonacci, seppe cogliere quel sapere e tradurlo nel Liber Abbaci (1202), introducendo in Europa il sistema decimale.
A lui si ispirò Luca Pacioli nella Summa de Arithmetica (1494) e nel celebre De Divina Proportione, stampato a Venezia nel 1509, illustrato – pare – da Leonardo da Vinci.
Questa lunga tradizione trova oggi una nuova forma nelle opere di Piccaia, che dipinge numeri come fossero mantra: segni di un ritmo cosmico, reiterato ma mai identico, come ogni battito del cuore. I suoi lavori, rigorosi e visionari, sono frutto di una gestualità meditativa in cui ogni supporto – tela, papiro, plexiglas – diventa superficie sacra.
Con un approccio da artista rinascimentale, Piccaia costruisce da sé le proprie tele e sperimenta tecniche e materiali, fondendo pensiero e azione, spiritualità e rigore. La sua arte è una forma di conoscenza, un respiro cosmico che dal finito guarda all’Assoluto.
“Natura Est” – sottolinea il titolo – richiama l’essenza, ma anche il punto cardinale: l’Oriente come origine, ritorno e compimento. Un cammino verso l’Uno, che racchiude il molteplice.
La mostra sarà visitabile sino al 31 agosto nei seguenti orari: da martedì a venerdì, dalle 15 alle 20; sabato e domenica 11 – 20.









