Giannetto Bravi in divisaGiannetto Bravi in divisa

Giannetto Bravi ha sempre avuto un debole per le donne che si occupano d'arte. Fin dai tempi in cui ruotava nel giro di Lea Vergine, anni sessanta e settanta, gli anni splendidi di una Napoli che davvero era all'avanguardia. Adesso che l'età lo sta facendo riflettere sul suo passato mentre va di museo in museo a capitalizzare quell'antica ossessione giovanile della raccolta seriale di documenti torna ad affidarsi a due donne. A Raffaella Silbernagl, gallerista, titolare della Undergallery di Daverio e alla giovane curatrice Laura Orlandi, per una nuova versione, riveduta e corretta del suo ciclo "Piccola Quadreria".

Laura cosa hai visto in te Giannetto Bravi?
"Mi pare che sia un artista che abbia molta fiducia nei giovani e ami lavorare con loro, sia artisti a loro volta sia quanti si accostino alla sua opera con un testo critico. Probabilmente fa parte di un suo modo di essere che cerca di sondare terreni che possano dargli qualcosa di non già detto o altri punti di vista".

Che immagine ti sei fatta di lui e del suo lavoro?
"La sua è una immagine molto da dandy, un'eleganza implicita nel modo di porsi, affabile nel relazionarsi agli altri. Ma anche ironico, con se stesso e con il suo lavoro; basti pensare alla mise a metà tra guardiano e bigliettaio che indossa spesso in occasione delle sue mostre. Il suo lavoro, d'altro canto, è a sua volta curioso, in apparenza lieve e senza ricercatezze particolari, in realtà sotteso ad un codice di arte molto sottile ed elaborato".

Un segnalibro con opera di PicassoUn segnalibro con opera di Picasso

Qual è secondo il fine di questo lavoro, secondo te?
"Più che un fine, un filo logico, che è costante dai suoi esordi: la sequenzialità, in pittura come in questa ricerca concettuale, l'ordine, in un certo senso. Ma è anche un lavoro ed un procedimento matematico, una accumulazione in linea retta, del tempo che non finisce, perché non finisce la sua ambizione di collezionare immagini di capolavori dei musei e perché non può finire la sua ossessione".

Tu citi addirittura Aby Warburg nel tuo testo.
"Mi riferisco all'opera "Mnemosyne". C'è una forte valenza anche del ricordo nel suo lavoro, che è un ricordo compilato e compilativo ed insieme capace però di scomporsi e ricomporsi in continuazione, seguendo un ordine numerico ma che tiene conto anche di un arbitrio del tutto emozionale".

Ma prevale più l'aspetto dell'emozione o quello della logica?
"Credo quello logico. Credo che Bravi cerchi l'ordine, anche se stiamo parlando di arte e di artisti e di un artista in particolare che si diverte con le proprie 'ossessioni' e i propri chiodi fissi. C'è piuttosto il piacere della pittura, dell'omaggio alla grande pittura e all'arte, questo sì emozionante, ma il tutto in un quadro di archivista certosino e meticoloso"

Giannetto Bravi. Piccola Quadreria
Undergallery – piazza Monte Grappa, 6 – Daverio
dal 5 ottobre al 6 novembre
inaugurazione domenica 5 ottobre ore 17
a cura di Laura Orlandi
per info e orari: 348-2202587