Varese – In occasione dei cento anni dalla nascita dello scultore Giancarlo Sangregorio e in concomitanza con due importanti pubblicazioni a lui dedicate – il Catalogo ragionato delle sculture (Skira, a cura di Elena Pontiggia) e un volume d’artista edito dall’Associazione Cento Amici del Libro, che sarà presentato il 7 maggio alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano – l’Università dell’Insubria rende omaggio al maestro con il suo primo evento espositivo dell’anno.
La mostra, organizzata dal Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea del Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio, rinnova il legame tra l’artista e l’Ateneo, risalente alla sua fondazione: nel dicembre 1999, infatti, Sangregorio partecipò alla collettiva Arte in Università a Varese, ospitata negli spazi del neonato Rettorato di via Ravasi.
Allestita al primo piano del Collegio universitario «Carlo Cattaneo», in via Dunant 7 a Varese, la mostra sarà visitabile sino al 31 luglio. Curata dai docenti dell’Ateneo Massimiliano Ferrario e Laura Facchin, l’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto di itinerario culturale diffuso promosso dalla Fondazione Sangregorio Giancarlo e coordinato da Lorella Giudici e Francesca Marcellini: Sangregorio 100 anni (1925–2025). La pietra, il legno, i luoghi. Un viaggio tra le opere e i luoghi dello scultore, con il patrocinio di Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione Cariplo.
Numerosi i partner coinvolti, oltre all’Insubria: dalla Grande Brera (Pinacoteca, Biblioteca Nazionale Braidense e Palazzo Citterio) alle Gallerie d’Italia; dalla Società per le Belle Arti e l’Esposizione Permanente al Museo delle Culture di Lugano (Musec); sul fronte varesino si annoverano il Comune e i Musei Civici, nonché diverse realtà del territorio, tra cui la Fondazione Visconti di San Vito a Somma Lombardo, il MA*GA di Gallarate e numerose altre istituzioni distribuite lungo le sponde lombarda e piemontese del Lago Maggiore.
«Nato a Milano, ma lungamente residente e attivo nel Varesotto – spiega Massimiliano Ferrario, direttore del Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea e ricercatore in Storia dell’arte contemporanea – Sangregorio ha esordito sulla scena pubblica tra Novara e il capoluogo prealpino, prendendo parte alla prima edizione del Premio di Scultura “Città di Varese”, tenutasi a Villa Mirabello nel settembre-ottobre 1949. Un evento epocale, promosso da personalità della levatura di Luigi Ambrosoli, D’Arco Silvio Avalle, Piero Chiara, Dante Isella, Renzo Modesti, Guido Morselli, con l’introduzione in catalogo di Giulio Carlo Argan. La presenza dell’artista in città si è mantenuta costante nel tempo, come dimostrano le numerose rassegne espositive che lo hanno visto protagonista in sedi istituzionali come Villa Mirabello, Castello di Masnago, Sala Veratti e Villa Recalcati, così come in importanti gallerie private e, non ultima, la stessa Università dell’Insubria».
«Per la seconda volta – aggiunge Laura Facchin, professoressa di Storia sociale dell’arte – dopo la mostra dedicata al fotoreporter Giorgio Lotti del 2019-2020, allestita nel Padiglione Morselli, il Campus universitario di Bizzozero ospita un’esposizione curata dal Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea, portando i linguaggi dell’arte all’interno degli spazi di vita e studio degli studenti, in un’ottica partecipativa e di disseminazione della conoscenza, pienamente in linea con le attività di Terza Missione e di Public Engagement dell’Ateneo».
Fulcro della mostra è l’opera Senza titolo (Figura) (2012), un bronzo esposto per la prima volta in occasione della collettiva di ventisette artisti del territorio varesino allestita nel Rettorato tra ottobre 2018 e gennaio 2019, durante le celebrazioni del Ventennale dell’Ateneo. Successivamente donata dalla Fondazione Sangregorio Giancarlo, l’opera è oggi parte del nucleo della collezione d’arte contemporanea dell’Università. Attorno a essa ruota l’intero allestimento, arricchito da una selezione di opere grafiche del maestro e da una serie di preziosi manufatti etnici in legno, raccolti da Sangregorio durante i suoi viaggi in Africa subsahariana e in Oceania, sulle tracce dell’arte rituale delle popolazioni locali. Tra questi, spicca una scenografica maschera cerimoniale agbogho mmwo, che dialoga con il bronzo mettendo in luce una delle chiavi di volta della poetica dello scultore: il primitivismo, inteso come memoria condivisa dell’esperienza umana, capace di oltrepassare ogni barriera culturale.
A impreziosire la rassegna, una serie di materiali d’archivio e fotografici inediti, concessi in prestito dalla Fondazione, che documentano le tappe principali del fecondo rapporto tra l’artista e la città di Varese.
L’esposizione è visitabile gratuitamente, per piccoli gruppi accompagnati (massimo 10 persone), dal lunedì al sabato, con orario continuato 10–19.
Per prenotazioni: crisac.insubria@gmail.com