Milano – La Fondazione Stelline ospita “Gerico”, mostra personale di Luca Moscariello, a cura di Alberto Zanchetta.
Gerico è il coronamento di un gioco di incastri e paradossi a cui l’artista lavora da ormai cinque anni. La mostra raccoglie un nucleo di opere, per lo più inedite, appartenenti alla serie Puzzle che, spogliate da ogni componente narrativa, intendono sondare il medium pittorico. Sottraendo alla vista l’eccesso che compromette e infiacca la curiosità, Moscariello invita lo spettatore a scrutare “immagini-soglia” che inscenano contatti e allontanamenti, interruzioni e isolamenti.

Le superfici dei dipinti sono modulate in modo da scuotere l’atarassia del quadr[at]o: diversi piani di costruzione si innestano, infatti, all’interno del perimetro per sviluppare un gioco percettivo basato sulla dialettica del dissimile. «In termini pittorici», tiene a precisare l’artista, «quel recinto è il risultato di un coacervo di pratiche reiterate, scandite dal lavoro quotidiano, come un orto benedettino che richiede la regola della custodia continua e meticolosa».
Per quanto salde, le opere appaiono traballanti, pervase da un senso di instabilità, come se dovessero franare tutte le certezze dell’osservatore.

La curiosità è il solo modo per fruire questi dipinti: un guardare che è conquista e permette di spingersi oltre l’impalcatura pittorica, oltrepassando il limite del visibile e del verosimile (l’effetto tromp-l’oeil). Lo spettatore è quindi invitato a sbirciare sotto gli angoli che si sollevano e che danno luogo al dibattito, permettendo alla vista di schiudersi per tornare a guardare.
Come spiega lo stesso Moscariello: «Le immagini di Gerico sono pensate per muoversi sulla soglia del fraintendimento che evidenzia l’inganno delle apparenze. Un’impalcatura scenica che vuole ridare all’immagine la funzione, smarrita, trascendente e allusiva. Composizioni poggiate su una ieratica fragilità come rappresentazione del delicato equilibrio in cui viviamo».

Il percorso espositivo è concepito alla maniera di un labirinto scandito da colori e ombre, un camminato che suggerisce inciampi nelle immagini, rallentamenti che permettono di penetrare le forme e i dubbi che esse celano in superficie. In mostra sono presenti alcuni monocromi di grande formato e una quadreria, Elogio delle fragilità, realizzata appositamente per gli spazi della Fondazione Stelline. Le possibilità combinatorie di questa quadreria, proprio come le tessere di un puzzle, dilatano le singole opere oltre i propri confini, inseguendo un’armonia piuttosto che una vera unità.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo a cura di Alberto Zanchetta. La sezione didattica della Fondazione Stelline PlayArt, inoltre, sabato 25 marzo alle 16.30 organizzerà un laboratorio gratuito dedicato a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni  (tutte le info sul sito www.stelline.it).

La mostra “Luca Moscariello. Gerico” proseguirà sino al 2 aprile e protrà essere visitata: martedì – domenica, 10-20. Ingresso gratuito

Note biografiche

Luca Moscariello è nato a San Giovanni in Persiceto (BO) nel 1980, vive e lavora a Sala Bolognese. Sue opere sono state esposte al Museo Ebraico di Bologna, Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara, Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, Museo Luigi Varoli di Cotignola, Museo d’Arte Moderna dell’Alto Mantovano di Gazoldo degli Ippoliti, Museo Fattori di Livorno, Galleria Civica di Arte Contemporanea di Viadana, Casa del Mantegna di Mantova, Museo di Salò, Museo di Biella, Fabbrica del Vapore di Milano, Museo di Correggio, Spazio Thetis di Venezia, Museo Ca’ La Ghironda di Zola Predosa, Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento.