Lo spazio espositivo della nuova GamLo spazio espositivo della nuova Gam

Le tante ultime mostre – Se ne parla da anni; si è presentato il progetto a maggio 2006; alla fine del 2007 si annunciava la mostra che l'avrebbe inaugurata, nella primavera di quest'anno; la primavera è in arrivo, la galleria no. La galleria è la Gam di Gallarate, l'oggetto chimerico che turba i sonni di molti. Philippe Daverio aveva speso la sua parola, e non solo lui. Tante le esposizioni che sono state definite le 'ultime della vecchia Gam'. Eccessivi intoppi e continui rallentamenti si sono alternati in questo lungo periodo d'attesa, che sembra ancora non avere fine. L'ultima questione di rilevante importanza, che si aggiunge alle numerose 'situazioni sospese' in merito alla futura Fondazione privata che gestirà il progetto espositivo, riguarda il personale. Molti dei dipendenti della galleria di via Milano temono per la loro sorte: lo spostamento da una sede all'altra non è immediato, né tantomeno certo. L'avvocato Gallo, convocato nell'ultima riunione della Commissione Cultura per chiarire le questioni legate ai dipendenti riesce in parte a sgombrare le preoccupazioni. I dipendenti con contratto atipico – a progetto o di collaborazione – obbligati al transito nella nuova sede senza garanzie di reversibilità, rischiano anche di non migliorare la propria situazione contrattuale o, nella peggiore delle ipotesi, di non essere confermati. Problemi inediti, che la Fondazione 1860 Città di Gallarate si è risparmiata essendo struttura creata ex novo; gli stessi che si profilano all'orizzonte anche per Varese, qualora si decidesse di mettere in piedi un progetto di Fondazione analogo.

Piccoli passi – L'amministrazione di Gallarate non nasconde la sua attenzione e la sua preoccupazione sia per la gestione del futuro polo culturale sia per la situazione dei lavoratori. Una comunicazione ufficiale diffusa in settimana garantisce tuttavia che "la Giunta Comunale ha chiesto un parere legale al fine di garantire a tutti i soggetti implicati la legittimità e legalità di qualsiasi decisione da assumersi". Le preoccupazioni espresse dal personale di via Milano, in particolare di cinque dipendenti che si sono rivolti direttamente al Comune e all'assessore alla cultura Peroni, non sono passate inosservate. Ma una soluzione certa appare ancora lontana da venire e il passaggio da gestione pubblica a gestione privata non è così semplice. Ancora una volta si procede per piccoli passi anche nell'ipotesi di coinvolgimento dei sindacati aziendali e confederali che "verranno sentiti soltanto quando la Commissione Cultura avrà terminato il proprio lavoro istruttorio e sarà approntata una licenziabile bozza di statuto della nuova fondazione". "Colloqui costruttivi e sereni" si legge ancora sul comunicato, ma il clima appare teso. Il personale coinvolto e di riflesso il pubblico è chiamato ad una nuova attesa.

La fatica di mettersi in moto – Ma si arriverà mai ad una fine? Tra incertezze sul futuro assetto del CdA, sul ruolo di Provincia e Regione, la costruzione, già criticata per la sua struttura che richiederà investimenti onerosi per il suo mantenimento – quanto dovrà incassare il nuovo museo, ad esempio, a fronte di immaginabili investimenti per la sua gestione – rimane ancora in una sorta di limbo tra aspettative ingigantite dal tempo e bruschi ritorni alla realtà. Dallo  staff scientifico che lavora nella vecchia sede della Gam ancora nessuna presa di posizione ufficiale, né singola né collettiva. Tante fin qui le parole già spese intorno ad un Polo, che sebbene innovativo e cruciale per il rilancio della cultura – di quella artistica e non solo -, di Gallarate e non solo, davvero sembra faccia più fatica del previsto a mettersi in moto.