Una delle opere esposte on line su artevarese.com (partic.)Una delle opere esposte on line
su artevarese.com (partic.)

La conchiglia del Nautilus, una spirale logaritmica che non cambia aspetto nel corso della crescita, gli abbozzi fogliari nella fillotassi, gli avvolgimenti spiraliformi di semi di girasole, di squame di ananas o degli elementi conici ripetuti in un cavolfiore secondo i "magici" numeri di Fibonacci.
La natura ha le sue regole e la propria geometria. Formule matematiche e fisiche che compongono bellezze di ineguagliata perfezione e delicatezza. Come un cristallo di neve.

Pare davvero che quei rapporti aurei e i frattali derivanti da funzioni iterative, fondamentali nella modellizazioni di molte morfologie ramificate, prendano forma nei lavori di Gabriela Butti, vincitrice della Terza edizione del Premio del nostro portale.
Il suo linguaggio attinge, allo stesso modo, da quella natura immensamente bella ed incomprensibile.
"In mostra sul sito http://www.artevarese.com/ è possibile vedere diversi nuclei di lavori: i primi sono impronte di luce sulla superficie di affreschi strappati; altri, invece, sono sperimentazioni legate alla luce, sempre basati sul sistema della retro-illuminazione; altri, infine, sono sperimentazioni sul conflitto che certi materiali sintetici e naturali instaurano tra loro. La mia è una riflessione sul concetto del tempo, creando delle textures "uccise" da diversi materiali non naturali".
I lavori di Gabriela Butti hanno qualcosa della pazienza delle costellazioni, della precisione della grafite, della perfezione delle ragnatele.

Così l'autrice commenta il primo nucelo visibile sul portale: "Piccoli affreschi che sperimentano il

Intervista a Gabriela ButtiIntervista a Gabriela Butti

capovolgimento della tecnica a buon fresco: lo spolvero anziché costituire una traccia indicativa, che tradizionalmente viene cancellata dalle stratificazioni di pigmenti, diviene strumento espressivo fondante. Sono impronte, oggettivazione imperfetta della perfezione matematica che permea la natura. Una luce-materia che non rende percepibili le forme, le crea… nell'impalpabile e difficilmente controllabile pigmento bianco".

Mentre per il secondo gruppo, dichiara: "Sono frutto di una riflessione sulla radioattività che, seppur spaventoso e considerato estraneo all'armonia naturale, costituisce un elemento necessario al raggiungimento dell'equilibrio cosmico. Alcune sostanze emettono necessariamente particelle e raggi di energia, trasformandosi e trasformando ciò che incontrano in un perpetuo moto. Ciò che l'uomo può percepire come malvagio e sbagliato, in realtà fa parte del processo vitale naturale. Ciò che uccide porta nuova vita, la morte è l'agente di cambiamento della vita".

A commento di una delle sue opere Gabriela Butti scrive: "Nell'estate 2011 il Dottor Wohan Squant annuncia l'esistenza di un quarto, nuovo colore primario: lo Squant. I colori primari noti fino ad oggi sono il Rosso, il Giallo e il Blu (RGB) che costituiscono tutte le altre tonalità visibili agli occhi. Lo Squant però non può essere descritto a parole… e nemmeno i monitor RGB possono restituire ai nostri occhi l'esatta vibrazione appena rivelata! E' qualcosa di ancora indefinito, che porta i miei punti a trasformarsi in sciame nero generatore di forme: certi e definiti ad una visione ravvicinata, vengono sacrificati dall'occhio umano, in favore della visione d'insieme, all'aumentare della distanza tra superficie dipinta ed osservatore".

LA MOSTRA DI GABRIELA BUTTI, VINCITRICE DELLA TERZA EDIZIONE DEL PREMIO ARTEVARESE