L’intento della mostra milanese dedicata a Frida Kahlo è evidente già nel titolo scelto e nelle dichiarazioni rilasciate dal curatore Diego Sileo: per una volta si è scelto di abbandonare la Frida donna e moglie di Diego Rivera per porre l’accento sull’artista.  L’esposizione si è sviluppata, infatti, in 6 anni di ricerca, partendo dal presupposto che la leggenda che si è creata attorno alla vita della Kahlo è servita solo ad offuscare l’effettiva conoscenza della sua poetica.

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Quale obiettivo si è posto Diego Sileo, attuale curatore del PAC di Milano? Nelle quattro sezioni del percorso espositivo – Donna, Terra, Politica e Dolore – sono state raccolte le opere provenienti  dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, ma anche fotografie, disegni e documenti provenienti da alcuni archivi. Su tutti campeggia il materiale proveniente dall’archivio segreto di Casa Azul, scoperto nel bagno della dimora di Frida e Diego nel 2007. Esposti anche l’archivio di Isolda Kahlo, quello dello scrittore e poeta Miguel Lira e quello di Alejandro Gomez Arias, amore giovanile dell’artista. Sileo vuole in questo modo stabilire delle connessioni, delle relazioni tra i dipinti in mostra e il materiale documentario. Fine ultimo dell’esposizione è mostrare ai visitatori le tematiche principali delle opere della Kahlo: l’espressione della sofferenza vitale, l’essere una donna artista in un Paese post rivoluzionario, la ricerca cosciente dell’Io, l’affermazione della “messicanità” e la sua resilienza.

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Con che tecnica esecutiva Frida affronta questi temi? Il surrealismo tropicale, violento ed esplicito, potrebbe essere una matrice della sua produzione, per quanto l’artista non si definirà mai surrealista nonostante il parere di Andrè Breton che ravvede in lei un surrealismo folgorante. I dipinti di Frida sono naif, influenzati anche dall’arte precolombiana e dal muralismo. Le figure sono ritratte con una sintesi quasi infantile e con colori estremamente accesi. Il simbolismo, inoltre, pervade le sue opere. Ne sono un esempio gli animali che popolano i suoi autoritratti: cani, scimmie, pappagalli, gatti, cervi diventano l’alter ego di Frida, che si mostra quasi come una dea pagana, e rappresentano anche la fedeltà (non a caso sono spesso legati a lei da alcuni nastri).

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Tra gli elementi più apprezzabili della mostra del Mudec sicuramente il video che ripercorre al vita dell’artista e la sezione dedicata all’arte della fotografia – mi riferisco alle fotografie scattate da Guillermo Kahlo, da Guillermo Davila e dalla stessa Frida, presentata per la prima volta come fotografa.

Unica nota dolente: la difficile fruizione della mostra da parte dei visitatori a causa di un afflusso incredibile non ben regolato. Non basta saper fare una mostra innovativa, che sposta il punto di vista. È fondamentale renderla fruibile.

Info:
Dal 01 Febbraio 2018 al 03 Giugno 2018
LUOGO: MUDEC – Museo delle Culture di Milano
CURATORI: Diego Sileo
ENTI PROMOTORI: 24Ore Cultura – Gruppo 24ORE- Comune di Milano
COSTO DEL BIGLIETTO: Intero € 12, ridotto € 10

http://artinpills.blogspot.it/

Eleonora Manzo