Milano – Essendo stata inaugurata il 20 febbraio scorso, prima della chiusura virus, abbiamo avuto l’opportunità di visitare di persona la mostra “Pino Pinelli. Frammentità” presso A Arte Invernizzi, ora prorogata sino all’8 luglio.

Nella speranza che, dalla necessaria severità assoluta del “tutto chiuso” dettata dal Presidente della regione poi passato a ondivaghe possibilità di riaperture a seguito delle fregole d’accattonaggio voti del segretario del suo stesso partito, si possa di nuovo essere presenti fisicamente, con le necessarie cautele, nello spazio della galleria milanese, per quella che senza giri di parole di può definire una bella mostra.

La ritmica composizione delle “Pitture” (1987) anima lo spazio producendo modulati flussi cromatici innescando schemi direzionali tali da muovere lo sguardo in innumerevoli direzioni.

Sono schegge di gioia, vibranti di energia vitale quale vivido invito alle nostre capacità percettive.

A dare il punto fermo della creatività di Pinelli concorrono i monocromi realizzati tra il 1973 e il 1975, fonte dalla quale ha avuto vita l’idea di strutturazione frammentata.

Quasi volessero staccarsi dalle pareti i moduli di Pinelli, nel loro susseguirsi, mutuano l’area espositiva scandendo articolate coordinate motorie quasi a volere manifestare l’istintività di irrefrenabili moti liberatori.

Pino Pinelli. “Frammentità” – A Arte Invernizzi, Via D. Scarlatti 12. Fino all’8 luglio. Orario: lunedì – venerdì 10.00-13.00/15.00-19.00

Mauro Bianchini