L’arte è un processo storico, viaggia, si muove, muta e afferma la sua forza nel presente.
L’aeroporto è un continuo movimento di popoli, dove il luogo è la meta di un viaggio, un incontro di uomini che nel loro passaggio creano la loro storia, trasportandosi il loro bagaglio di vita.
Nell’installazione ho usato delle scarpe e delle vecchie valigie di cartone legate fra loro per ricordare l’emigrante.
La valigia non è un contenitore, è un oggetto misterioso.
Essa contiene i propri sogni, speranze, paure, gioie, emozioni e nostalgie di luoghi o di persone.
Simboleggia la vita e la sua trasformazione.
La valigia si trova all’interno del muro e lo fa esplodere.
Il muro si sgretola, cadono le nostre barriere e gli ostacoli che abbiamo profondamente dentro di noi.
Le scarpe sono testimoni del loro viaggio e della loro storia, portatrici dell’essenza del mondo e della sua verità.
Un processo senza tempo dove i popoli si sono spostati continuamente con il loro cammino.
Nell’opera MOVIMENTI vi sono rappresentate delle persone che camminano lungo la strada.
La strada è un percorso iniziatico, il collegamento e il raggiungimento di una meta.
Altre opere rappresentano il mio percorso interiore.
Ogni oggetto è una forma, e come macchie colorate si fissano nella nostra memoria.
Le forme sono l’essenza del ritmo della vita.
Nella mia arte rappresento questa essenza, il soggetto si sgretola davanti ai miei occhi per ricomporsi in una forma astratta, trasformandosi in Arte.

Gianluigi Filippini in arte jeanfilip
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Gianluigi Filippini