E' stato presentato alla Sala "Fontana" del Museo del Novecento a Milano il Catalogo ragionato delle opere su carta di Lucio Fontana, edito da Skira Editore e curato da Luca Massimo Barbero in collaborazione con Nini Ardemagni Laurini e Silvia Ardemagni. E ‘ un'opera ponderosa, articolata in tre tomi, introdotta da una prefazione di Enrico Crispolti, allo scopo di fornire un contributo importante alla storicizzazione sistematica dell'opera su carta di Fontana. Ma è anche un'operazione esemplare condotta dalla Fondazione Fontana contro le minacce dei falsari che spesso finiscono per inquinare il patrimonio degli artisti.

E Fontana è, senz'altro, uno dei più esposti a queste insidie. Come dice Crispolti, è stato giusto, quindi, predisporre intorno ai suoi lavori un vero e proprio "fortino" difensivo, visto che i disegni che fan parte del catalogo, nella maggior parte inediti, rappresentano sia un nuovo punto di vista privilegiato per percorrere il suo excursus artistico sia perché la sperimentazione su carta che egli ha esercitato mostra in modo chiaro la ricchezza e la novità della sua ispirazione.

Il disegno di Fontana è disegno mentale, concettuale, in cui emergono sostanzialmente tre componenti, quella relativa alla sua esperienza tecnica, l'eredità simbolista, che vede nel segno e nell'immagine del suo contorno il senso primo delle cose, e il suo rapporto con il futurismo e le istanze antinaturaliste di cui il movimento è portatore. Attraverso il disegno come esercizio progettuale, Fontana ha aperto una dimensione nuova, infinita, cosmica dello spazio. Non è più la superficie il punto di partenza in cui operare: Fontana va oltre, la buca, la lacera e riemerge in una nuova spazialità.

Ricordiamo che il primo testo teorico sullo spazialismo risale al 1946, il cosiddetto "Manifiesto Blanco", dove emerge evidente la necessità di dare respiro alla pittura, inserendo appunto le dimensioni del tempo e dello spazio. Una necessaria tridimensionalità che troverà la sua massima espressione nel gesto rivoluzionario di Fontana sulla tela. Una curiosità: nei disegni, Fontana fu il primo a usare una penna Bic, strumento rivoluzionario, attorno al 1946, ma importante per accorciare i tempi di passaggio dal pensiero alla

realizzazione del gesto sul foglio.

Altro aspetto da sottolineare, e che emerge dai suoi disegni su carta, è la libertà dell'artista. Libertà da ideologie, politiche, religiose, figurative e non, che gli permette di cogliere una dimensione umana sempre più ampia e nuova. Le parole dello stesso artista ce lo confermano: "I tagli che ho fatto finora rappresentano soprattutto uno spazio filosofico".

Il catalogo, che ha richiesto oltre sei anni di lavoro e che rappresenta un punto fermo importante nella conoscenza di questo artista che resta tra i massimi protagonisti delle vicende culturali del XX secolo, è composto di 1184 pagine complessive, raccolte in tre tomi, riuniti in cofanetto, con oltre 400 immagini a colori e 5500 in bianco e nero. Il suo costo è di 350 euro.