Città di Castello (PG) – Alla Pinacoteca Comunale l’incontro fra Armando Fettolini e Lorenzo Pacini si traduce in una mostra intensa e coraggiosa, “La Commedia Umana. Un dialogo a due voci”, allestita nell’Ala Nuova e curata da Simona Bartolena e Francesca Barberotti. Oltre sessanta opere tra dipinti, sculture e installazioni compongono un percorso che mette a confronto due visioni artistiche profondamente diverse ma accomunate da una stessa tensione: riflettere sull’essere umano, con le sue contraddizioni, le sue ombre, la sua struggente fragilità.
Da una parte c’è Lorenzo Pacini, artista fiorentino classe 1970, che attraverso sculture e installazioni dalle molteplici forme e materiali scava nei recessi più oscuri della società contemporanea. Il suo sguardo è cinico e lucido, spietato nel denunciare le ipocrisie e le bassezze dell’agire umano. Nulla è lasciato al caso, nemmeno i titoli delle opere, che accompagnano l’osservatore dentro una riflessione diretta, a volte urticante. Il suo è un linguaggio artistico polifonico, apparentemente frammentario ma perfettamente coerente: ogni deviazione è un frammento di un pensiero che cerca, insiste e interroga.
Armando Fettolini, milanese del 1960, risponde con la pittura. Le sue figure filiformi, curve, a tratti deformate, sembrano emergere da una zona silenziosa dell’umanità: quella degli emarginati, degli invisibili, dei dimenticati. Sono corpi che raccontano la bellezza dell’imperfezione, della differenza e della fragilità. Nei suoi lavori non c’è denuncia ma compassione, un invito a guardare l’altro — chi è “diverso”, chi non parla la nostra lingua sociale o emotiva — con empatia e ascolto, resistendo alla semplificazione del pensiero dominante.
Pacini sperimenta materiali e tecniche — dal bronzo al ready-made, fino all’assemblaggio — con un’estetica sfrontata e stratificata. Fettolini invece rimane fedele alla pittura, ma la declina con una sensibilità materica che va dal gesso alla carta, fino a composizioni che sembrano “vissute” dall’interno. Entrambi si muovono su territori instabili, dove l’arte non è mai compiacente ma sempre interrogativa.
A unire i due artisti è un lungo cammino di reciproca conoscenza, fatto di confronti e sintonie. La mostra non mette in scena due percorsi paralleli, ma un vero e proprio passo a due, costruito come un contrappunto musicale: un alternarsi di voci, tra critica e speranza, che disegna un ritratto collettivo della condizione umana.
La scelta curatoriale di intrecciare le opere all’interno delle cinque sale, senza separazioni nette, sottolinea proprio questo dialogo continuo. Un dialogo che, come scrive Francesca Barberotti, ci spinge a chiederci “da dove veniamo, chi siamo e, chissà, dove stiamo andando”.
“La Commedia Umana” è una mostra che scuote e coinvolge, una riflessione visiva e poetica sull’identità, sulla società, sulla necessità di riaccendere il pensiero in un tempo che tende a spegnerlo.
La mostra resta aperta fino al 30 agosto, dal giovedì alla domenica, con orario 15.30 – 18.30.









