Opera Gianfranco FerroniOpera Gianfranco Ferroni

Il ricordo – Viene spontaneo ricordare il nome di Gianfranco Ferroni tra gli artisti milanesi che hanno dato vita al Realismo Esistenziale. Così accanto a lui, Giuseppe Banchieri, Mino Ceretti, Tino Vaglieri, tra gli altri quello a cui era maggiormente legato, Bepi Romagnoni, Giuseppe Guerreschi e l'unico scultore del gruppo, Floriano Bodini. Era la Milano anni '50, ragazzi giovani, freschi dell'Accademia di Brera, allievi di Aldo Carpi, frequentatori del Giamaica. Un periodo di formazione non solamente artistica, che lascia impronte indelebili nella produzione dei decenni successivi del giovane Ferroni. Oggi, a soli due anni dalla grande antologica dedicata all'artista, scomparso a Bergamo nel 2001, allestita a Palazzo Reale, così come era avvenuto nel 1972 e nel '77, Milano torna a ricordare l'artista ligure.

Nella polvere l'universo – A tappe, dagli anni Settanta per qualche decennio, tra i simboli della produzione non prettamente pittorica di Ferroni ed alcuni scatti fotografici inediti. Questa, a grandi linee, la mostra curata da Andrea Dall'Asta e Chiara Gatti allo Spazio San Fedele. "Un quindicina di immagini fotografiche, scovate nell'Archivio Ferroni, inedite, ancora in fase di catalogazione, sono documenti importanti, testimoni del lavoro dell'artista con la sua vecchia macchina Hassemblad – spiega Chiara Gatti – uno sguardo attraverso l'obbiettivo degli stessi soggetti trattati con altre tecniche artistiche, dall'incisione alla pittura. Percorsi paralleli, teatrini trasportati dalla carta fotografica alla tecnica pittorica, con estrema abilità tecnica. E' interessante proprio questo punto di vista e lettura differenziata a seconda della metodologia espressiva utilizzata". Scrive, nella presentazione della mostra Andrea Dall'Asta, direttore della Galleria San Fedele: "L'artista vive l'attesa di un evento che lasci emergere la libertà espressiva delle cose (…) Come Mose' davanti al roveto ardente nel libro dell'Esodo. Il roveto arde, brucia, senza tuttavia consumarsi. Se in questa epifania, Mosè vive l'esperienza di Dio, nelle opere di Ferroni gli oggetti si trasformano in apparizioni di luce che sembrano portare le tracce del divino". L'elevazione a sacro degli oggetti, la spazialità dei luoghi così silenziosi da sembrare privi dello scorrere del tempo e di forme viventi; così come nel suo Autoritratto datato 1989, il vuoto, l'essenzialità, la penombra racchiudono l'essere umano solo. Un richiamo al bisogno di riflessione.

Opera Ferroni'Ciotola nera', 1991

Il mondo di Ferroni – Cresce l'arte di Ferroni, quando vive l'esperienza della Nuova Figurazione, negli anni '60 e la stagione iperrealista nel decennio seguente. L'attenzione dell'artista non si discosta mai nettamente dall'umanità, dall'animo umano; e se prima era lacerato dall'esperienza della guerra, dello smarrimento totale dell'esistenza, ora sono gli oggetti e la polvere stessa a divenire soggetti nelle opere. Il tempo trascorre portando con sè gli elementi di quel discorso esistenziale che porta marcata la firma di Ferroni, che guarda alla vita di tutti i giorni. E' lo stesso artista ad inserire nelle opere un blocco temporale per permetterne una lettura del momento, comprendendo allo stesso tempo che la vita ha senso solo nello scorrere degli istanti, da passato a presente, verso il futuro. I temi affrontati da questa esposizione 'piccola ma preziosa', così la definisce la Gatti, sono quelli che entrano a pieno titolo nell'arte di Ferroni dopo lo scatto sul finire degli anni '60, dopo i fatti del '68 in particolare, dopo la sua rivolta alla Biennale, in cui l'artista, in segno di protesta gira i quadri per tutto il periodo dell'esposizione, non permettendo al pubblico di ammirarli. Coincide con il trasferimento dell'artista ligure a Viareggio, "qui ha inizio un periodo di chiusura interiore di Ferroni, serrato nel suo studio, deluso dalla realtà attuale. Uno stato d'animo che lo conduce alle opere che si vedono in mostra: gli altari laici, come amava definirli, oggetti di un vissuto quotidiano, sedie, tavoli, coperte, tessuti, lenzuola e panni abbandonati, per creare quei giochi di luce, quei sentimenti di essenzialità che caratterizzano le opere del periodo definito 'della polvere', come elemento determinante nella lettura dell'opera", spiega la curatrice.

'Nella polvere l'universo'
mostra di Gianfranco Ferroni

a cura di Andrea Dall'Asta e Chiara Gatti
con un intervento di Michele Tavola
dal 24 febbraio al 18 marzo 2009
Galleria San Fedele
Via Hoepli, 3a-b – Milano
orario: 16 – 19
dal martedì al sabato
chiuso i festivi
tel. 02 86352233
fax 02 86352236