Busto A. – Un mondo di trasparenze nel quale si muovono presenze. Una dimensione metafisica quella che Claudio Argentiero crea nelle proprie opere dove si passa dalla rappresentazione del reale alla sua interpretazione. E’ questa l’atmosfera di “Eterea è la luce“, la personale di Argenterio ospitata allo Spazio Arte Carlo Farioli, nell’ambito della nona edizione del Festival Fotografico Europeo.
L’autore, oltre ad essere presidente dell’Afi (Archivio Fotografico Italiano) e curatore di rassegne fotografiche, in Italia e all’Estero, è anche un artista. La sua ricerca si sviluppa prediligendo alcune particolari tecniche. Da alcuni anni sperimenta, con la luce, nuove possibilità espressive cercando contrasti e consonanze. Lavori che si possono ammirare in mostra presentati attraverso light box, “scatole” luminose che donano alle immagini una spettacolare suggestione in particolare nella successione dei piani. Finestre luminose in cui si affacciano ombre. Il punto di vista qui viene ribaltato: è il buio a dare struttura e forma, non la luce alla quale è affidato il compito di “irrompere” tracciando segni-impronte nell’assenza di oscurità. L’affiorare dei soggetti, dalle zone scure, rappresenta quel mondo che l’autore intende presentarci.
Le tematiche selezionate per questa mostra rappresentano differenti percorsi approfonditi nel corso degli anni. Dai dialoghi con l’arte, come gli scatti dedicati alle opere dello scultore Odoardo Tabacchi, si passa poi alla figura per arrivare al paesaggio urbano, tutto raccontato  attraverso una visione “mossa“, che dona alle rappresentazioni un “contorno metafisico“. Alcune opere sono infine dedicate al tema dell’abbandono, soggetto molto caro all’artista.

Sono luoghi non luoghi, perlopiù del passato che Argentiero individua, visita e indaga soprattutto di notte e che poi riporta nelle suggestive immagini attraverso una scelta graduale cromatica e di illuminazione. I luoghi abbandonati, spesso case fatiscenti, nella penombra assumono visioni spirituali, che accompagnano in una dimensione altra, di sogno. Tutto intorno, il degrado e l’abbandono si fanno poesia come tracce lasciate da un vissuto lontano.

Da oltre trent’anni Argentiero si occupa di fotografia. Ha conosciuto centinaia e più autori, noti e meno conosciuti; ha visto migliaia di immagini, sperimentazioni, lavori … Quanto di tutto questo avrà “contaminato” la sua ricerca? “E’ soprattutto l’influenza pittorica di alcuni artisti”  – spiega – “E’ un dialogo aperto perchè oggi la fotografia ha raggiunto livelli comunicativi così elevati tanto da aver diradato i confini con altri linguaggi ed espressioni. Trovo questa integrazione tra pittura, grafica e video arte molto interessante in quanto consente un ampio dialogo. Sono molto attento a cogliere questi aspetti dove trovo stimoli  nuovi che alimentano la mia ricerca“.

La mostra, in calendario sino al 27 giugno, è aperta al pubblico da giovedì a sabato dalle 16.30 alle 19.00; domenica 10.30-12.00/16.30-19.00. Ingresso contingentato.

A.V.