Varese – Le opere si impongono subito all’occhio dello spettatore per la loro componente materica e la tridimensionalità della superficie. La forma verticale di quello che è un quadro tradizionale appare superata dagli squarci, dalla sovrapposizione di forme geometriche e dall’inserimento di elementi dei materiali più diversi. La sensazione che ne deriva è che si crea una tensione data dalle stesse forme che contemporaneamente si stempera nell’armonia e nella proporzione delle stesse che sono sempre in dialogo con oggetti propri della realtà umana. Si tratta quindi di un informale calato, in un certo senso, nella vita di tutti i giorni.

L’artista Gianpiero Castiglioni ci guida alla scoperta della sua mostra spiegando anche il suo percorso artistico e il suo modus operandi: “Le mie opere sono frutto di anni di ricerche specialmente sulle forme, la materia e il colore: concepisco precisi studi preparatori, modello il supporto e poi attraverso lo studio del disegno inserisco vari elementi poveri quali rame, zinco, alluminio, chiodi e legni. C’è manualità e fatica per cuiio chiamerei queste creazioni,  opere costruite. Ho sempre cercato di allargare il campo di indagine sperimentando nuove tecniche ed elementi per suscitare delle emozioni nelle persone. Prima utilizzavo legni combusti, poi sono passato alle lamiere, quindi agli squarci e infine ho utilizzato delle campiture molto più ampie dando risalto alla materia e inserendo pochi elementi. Il supporto è in multistrato con varie strutture in sovrapposizione in multistrato più leggero. Lavoro con la spatola utilizzando la tecnica dell’affresco per arrivare a verniciare la superficie pittorica con colori acrilici. Per una decina ho lavorato con le tonalità del rosso per rappresentare la terra, i suoi elementi e gli oggetti di uso quotidiano che inserisco in forme architettoniche. Gioco molto sulle linee, sui tagli che creano dei pieni e dei vuoti che alleggeriscono anche l’opera. Poi da due o tre anni sono passato al blu del mare, dell’acqua e del cielo inserendo anche dei verdi dei viola. Ho iniziato ad interessarmi all’imperscrutabile profondità dell’acqua marina e alla immensità della volta celeste. Sono presenti alcune opere dove ho utilizzato anche vetri e bottigliette rotte in modo irregolare inserendole nel contesto e dando ad esempio il titolo “La finestra sul mondo”. Poi è presente in mostra “Opera mistica” una creazione molta rigorosa, giocata sulle linee architettoniche, che per la pulizia, il design e le forme equilibratissime trasmette tranquillità. Qui invece mi sono sbizzarrito un po’ col mare: ho realizzato queste vele e ho lasciato la materia più visibile per dare l’effetto trasparente dell’acqua.
Questo invece l’ho chiamato “Atlantide” perché sembra una città sconosciuta e misteriosa e ho inserito delle forme strane e anche dell’oro perché può darsi che sui fondali ci siano cose preziose. Quest’opera è ispirata alle cattedrali con questi triangoli che creano le forme gotiche e con inserimenti di vetri per suggerire le vetrate delle chiese e dell’oro. Ho inserito anche una piccola scultura che rappresenta l’uomo e
contribuisce e a intensificare quel senso mistico. “Arcobaleno” è stato realizzato per la Permanente di Milano di cui sono socio e dal momento che il tema era libero, mi sono espresso sulla gioia del colore e ho realizzato un arcobaleno un po’ particolare modificando i colori con queste mie forme triangolari. Questa si chiama “Sculture al museo” fa parte di una serie in cui ho inserito delle sculture come se il visitatore vedesse tutto il museo in un pannello: delle opere antiche in un contesto moderno. Nella ‘opera che ho realizzato per ultima in ordine di tempo” Cielo e mare” ho voluto dare il senso dei due elementi attraverso le figure geometriche: con le loro sfumature essi si sfiorano ma rimangono sempre sé stessi in una perfetta armonia di forma, materia e colore. Ecco che arriviamo a delle piccole opere “Rilievi” tutti scomponibili che formano  una grande opera: qui parlo di cose che l’uomo ha usato che io ho reinserito in un contesto moderno con chiodi, ferri, vetri, catene e con il gioco dei colori che valorizza l’opera. Poi ci
sono le opere con i neon dove nei pieni e vuoti, al posto delle scultura c’è una luce ed è un vero e proprio quadro lampada. Per finire “Venezia” con le sue gondole, i suoi ori e la sua laguna profonda e misteriosa. Ho voluto inserire in mostra anche collage e incisioni
inserite su carta realizzata a mano da me”. Gianpiero Castiglioni, pittore e grafico vive lavora a Varese. Negli anni 60 frequenta corsi professionali di grafico-vetrinista, presso E.N.A.I.P. di Varese, iniziando così la lunga ricerca pittorica; negli anni successivi partecipa a corsi d’incisione calcografica con il Prof. Sandini. Nel ’87 – ’88 conosce il Prof. Francesco Fedeli, presso il laboratorio “Arte Figurativa” (Sesto Calende), iniziando una collaborazione
sul tema dell’affresco, imparando nuove tecniche sulla “materia” che sarà la base della sua pittura. Nel 1982 diventa socio del“Circolo degli Artisti di Varese”. Dal 2007 è socio del Museo della Permanente di Milano.

Sala Veratti, via Veratti 20
fino al 21 ottobre ingresso libero
da martedì a venerdì 15.00-18.30
sabato e domenica 10.00-12.30/15.00-18.30
gianpiero.castiglioni@alice.it

Cristina Pesaro