San BiagioSan Biagio

Esplorando il passato – E' sempre con curiosità che si guarda agli scavi archeologici in corso d'opera, così rari da incontrare oggi: San Biagio a Cittiglio è stato, in questi ultimi anni, un luogo affascinante per la continuità delle scoperte fatte sotto la sua pavimentazione. Un'esplorazione condotta con l'esperienza degli studiosi e la sorveglianza della Soprintendenza Archeologica della Lombardia che ha rivelato elementi importanti che permetteranno di ricostruire una buona fetta della vita dell'uomo sul territorio di Cittiglio e molti dei rapporti economici e personali, così come erano intrecciati un tempo. Ma San Biagio è anche un importante luogo della fede, e ne racconta la storia, così come racconta la via percorsa dalla devozione popolare, sepolta e custodita al di sotto delle sue fondamenta e sull'intonaco dei suoi muri affrescati. Ne parliamo con Antonio Cellina, presidente dell'associazione "Amici di San Biagio", che – dal 1988 – lavora per raccogliere fondi da destinare al restauro del monumento, a partire dal rifacimento del tetto del 1992, fino ad oggi.

Mille anni a San Biagio – "Non abbiamo una data certa relativa alla fondazione di questa chiesa – dice Cellina – , abbiamo però degli scavi che ci dimostrano che è antica: si tratta di un documento della chiesa plebana di San Lorenzo a Canonica dell'11 giugno 1235 che testimonia di un edificio sacro dedicato a San Biagio e Sant'Andrea, costruito all'interno del "castello di Cittiglio". Anche il campanile ne può determinare l'antichità: gli esperti lo datano attorno all'anno mille proprio per la foggia del capitello, detto "capitello a stampella", caratteristico di

Antonio CellinaAntonio Cellina

quell'epoca. Gli scavi, partiti nel 2006, hanno inoltre portato alla luce antiche strutture murarie e la pianta di una chiesa più piccola che conserva in sé i famosi dipinti della chimera e del draghetto".

Sotto il pavimento – Gli archeologi hanno rinvenuto numerose sepolture: gli scheletri trovati dentro in queste tombe sono stati portati all'Università dell'Insubria, che li studierà restituendo quasi certamente notizie interessanti sulla popolazione che qui viveva un tempo. Manca poco al completamento del restauro dell'edificio, che verrà dotato di uno speciale pavimento pensato tenendo conto della possibilità di osservare gli scavi archeologici e i dipinti più interessanti. Il nuovo pavimento manterrà il livello antico e sarà diviso in due parti, una in cotto e una in cristallo, che permetteranno di osservare sotto, nella zona del presbiterio e all'ingresso, dove c'è l'affresco della "chimera". Anche la tecnologia verrà in aiuto: ci sarà, infatti, una telecamera puntata sui dipinti per poterli apprezzare al meglio. Per rendere ancora più interessante questo "museo" il tutto sarà completato da un percorso didattico composto da pannelli illustrativi che guideranno il visitatore alla scoperta degli scavi e delle opere d'arte contenute nella chiesa.