
Enrico Settimo (Novara 1912-1988) durante il periodo degli studi inizia a ritrarre personaggi e ambienti cittadini. La seconda guerra mondiale lo vede internato in Svizzera, dove ha frequentazioni con Giorgio Strehler, Dino Risi, il tenore Di Stefano, Ernesto Rossi e Concetto Marchesi. Segue le lezioni di Einaudi e i corsi de l'Ecole des Beaux Arts. In quel periodo espone a Ginevra disegni e acquarelli che vengono favorevolmente recensiti dai più importanti critici svizzeri. Rientrato in Italia frequenta l'ambiente culturale milanese collaborando con giornali come La lettura, Il Cittadino, Milano Sera Il Guerrin Sportivo e il Corriere di Novara. Dopo tale parentesi rientra definitivamente nella sua città natale animando l'ambiente artistico cittadino con Giuseppe Ajmone, Renzo Debenedetti, Sergio Bonfantini, Edmondo Poletti e Luigi Parzini. Espone, se pur raramente, nelle gallerie cittadine.

Scorrono, fermati con tratto sintetico e elegante ma inesorabile nel cogliere l'essenza delle distinte personalità, contadini intenti nelle loro funzioni, proprietari terrieri dall'occhio vigile, mondine chine nelle risaie, esperi ranocchiari, acquaioli con il compito di dissetare le donne al lavoro, il comparo da badile impegnato nel governo degli argini.
Fabrizio Parachini con tale mostra, ha inteso aprire uno sguardo nei confronti di un mondo verso il quale non si dovrebbe perdere il ricordo, poiché quei luoghi e quelle persone sono state figure, non marginali, della storia del ‘900.
Enrico Settimo – "Il disegno della vita, con qualche accenno al suo colore"
Tornaco (NO) – Museo etnografico, Via San Carlo
Fino al 22 aprile
Orario: sabato e domenica 15-18
Chiuso domenica 16 aprile