Il gruppo degli artisti e la curatriceIl gruppo degli artisti e la curatrice

Approfondimento – Una serata per comprendere e approfondire i temi proposti nella mostra curata da Emma Zanella, 'La memoria delle forme'. Questo è ciò che è avvenuto martedì 6 maggio al Monastero di San Michele di Lonate Pozzolo, che con questa iniziativa conferma e sottolinea la sua volontà decisa di porsi con impeto ed impegno nel panorama artistico-culturale del varesotto e non solo. Un incontro in cui gli artisti hanno cercato con grande passione di avvicinare gli spettatori ai loro lavori, raccontando le loro esperienze e, forse non del tutto, svelando le proprie pulsioni creative.

In dialogo con l'ambiente – Sotto la guida della curatrice Emma Zanella si è introdotti nello spirito e nella dimensione dell mostra. È subito espresso chiaramente il dato fondamentale che accomuna tutti gli artisti in questa esposizione: "quelle qui esposte – spiega Emma Zanella – sono tutte installazioni o opere scultoree che dialogano con l'ambiente; a ciascun artista è stato affidato uno spazio ben preciso ed individuale che lo caratterizza".

Una delle colonne di Mme DuplockUna delle colonne di Mme Duplock

Esporre il luogo – Il gruppo Mme Duplok ha creato un'installazione pensata appositamente per il monastero; "è un intervento minimal – evidenzia Emma Zanella – di una concettualità estrema, a contatto diretto con l'architettura: le colonne del chiostro infatti sono ricoperte da ondolux trasparente che crea effetti molto particolari. L'idea è quella di giocare con l'elemento verticale della colonna mettendone quasi in crisi la fermezza e la verticalità stessa. Le colonne infatti sono quasi messe sotto vetro; da un lato questo intervento quindi le evidenzia, dall'altro le trasforma". Gli stessi componenti del gruppo M.me Duplok approfondendo gli aspetti del loro operato artistico citano una frase di Robertson "io non espongo sul luogo, io espongo il luogo".

Macchine inutili? – Francesco Marelli utilizza invece un materiale caldo come il legno e crea una sorta di macchine inutili; oggetti riconoscibili che arrivano a noi dalla memoria dl tempo, ma aprono la strada verso territori non conosciuti. Le sue opere si rifanno agli oggetti volanti di Leonardo da Vinci o a barche che oscillano nell'aria anziché navigare nell'acqua; voglia di sognare, ma allo stesso tempo desiderio di rimanere ancorati a terra. Il concetto di memoria per Marelli è espresso in quello che lui chiama il principio della mummia: "nel momento in cui costruisci qualcosa è gia nel passato, ma mira a rimanere nel futuro".

L'opera di CorniL'opera di Corni

Saper fare – Azelio Corni, nel portico al primo piano, espone una serie di opere che compongono architetture contemporaneamente negate, poiché create su teli di plastica trasparente sospesi. "Gli elementi strutturali – commenta Emma Zanella – rimangono bloccati nelle due dimensioni, mentre la successione degli stendardi trasparenti uno dietro l'altro creano un eco che si rincorre e che rimanda da un'opera all'altra". Ciò che Corni evidenzia invece è la sua volontà di recuperare la dimensione del fare e dell'operare, per mantenere questa qualità -il saper fare- che si sta perdendo sempre più.

Emozioni contrapposte – Entrando nelle sale al primo piano si incontrano le opere di Domenico Pievani, intitolate 'geometrie del sonno'; due strutture metalliche scarne, essenziali, che ricordano dei letti sui quali sono poste candele che bruciano accanto all'acqua che piano piano evapora; e fiumi di polvere dorata che sovrastano lampadine accese. Per Emma Zanella "il letto è simbolo del quotidiano a cui vengono accostati elementi minimal di narrazione: candele, lampadine che creano un dialogo serrato di forme geometriche dando quasi un senso di atemporalità".

Drammatica ironia – Federico Simonelli nella sua attività artistica si concentra sul tema dell'eternità, quel dilemma esistenziale che investe l'uomo fin dalla nascita, che pone domande e crea illusorie speranze. L'opera esposta a Lonate è composta da un mezzo busto classico in ceramica refrattaria che guarda il suo alter ego in una foto sbiadita che dichiara di 'non avere avuto tempo'. L'installazione instaura un dialogo interno tra le due figure. Tra l'anelito all'eternità, rappresentata dalla statua creata in un materiale in qualche indistruttibile dal tempo, e la consapevolezza che l'eterno non è perseguibile dall'uomo -quindi l'immagine fotografica-. Qui lo spettatore non può essere altro che osservatore in questo dialogo serrato e conchiuso, misto fra sottile ironia e crudele drammaticità.

Il rispetto e il ricordo – Da ultimo Antonio Maria Pecchini espone un'opera che Emma Zanella definisce "scenografica e dalla forte tematica. Il naufragio di Portopalo in Sicilia non si manifesta in quest'opera per la valenza sociale ma in ricordo della drammaticità". Nell'ultima sala d'istinto si entra in silenzio, merito della luce soffusa, ma anche dell'impatto che crea l'installazione di Pecchini. Un'enorme barca, come un lenzuolo nero copre gran parte del pavimento. Sopra in ritmica scansione delle barchette in argilla che contengono anonimi volti, tutti uguali. Inquietudine, angoscia, tristezza. Le barche contengono volti che diventano il simbolo di quell'avvenimento e scandiscono il tempo di ieri, oggi e domani, formando una barca più grande in cui lo spettatore non entra, rimando osservatore esterno ed impotente, su cui cade il peso di tale tragedia nella misura del ricordo.

La memoria delle forme
Opere di Mme Duplok, Azelio Corni, Francesco Marelli, Antonio Maria Pecchini, Domenico Pievani, Federico Simonelli

Dal 19 aprile al 18 maggio 2008
A cura di Emma Zanella
Monastero di San Michele, via Cavour 21 – Lonate Pozzolo (VA)
Orari: lunedì – venerdì 9,00 – 12,00 / 15,00 – 18,00
Sabato 9,00 – 12,00
Apertura straordinaria 18/05 ore 10.00-12.00 15.00-18.00