Busto Arsizio Ogni volta che guardiamo un film, un video musicale, una pubblicità, vediamo scorrere immagini, visi, parole e paesaggi ma raramente ci si sofferma a pensare quale e quanto lavoro ci sia dietro alla realizzazione di quel progetto.

Intorno al mondo del cinema, ad esempio, gravitano moltissime figure professionali che, collaborando fra loro, ci permettono di godere di un ottimo film. Ognuno ha il suo ruolo e tutti sono fondamentali: c’ è chi si occupa di costumi, chi delle parti elettriche e chi, fisicamente, permette la realizzazione della pellicola. Stiamo parlando dell’operatore alla macchina, la figura che, seguendo le direttive del regista, filma le scene. La cinepresa non è più solo occhio ma diviene corpo in movimento.

Ma chi sta dietro alla cinecamera? Com’è la giornata di un operatore di macchina? Lo abbiamo chiesto a Marco Marangoni, giovane camera operator di Cardano al Campo he respira cinema da quando aveva 5 anni.

 

Come è nata la tua passione per il cinema?

“La mia passione ha radici molto lontane… È grazie a mio nonno che ho scoperto di avere un amore viscerale per questo mondo. Lui faceva il montatore/proiezionista e ricordo che trascorrevo i pomeriggi nella sala di proiezione del cinema del paese dove sono cresciuto. Lo osservavo rimontare le pellicole, fissarle sui proiettori e io stavo lì, su uno sgabellino, a studiare tutti i dettagli dei movimenti delle sue mani… E sarò sincero. Ho visto anche un sacco di film. Un po’ come Totò, il bimbo di “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore”.

Come ha fatto una semplice passione, ereditata dal nonno, diventare un lavoro?

“Ho sempre vissuto a contatto con l’arte, quindi è un po’ come se qualcosa del mio destino fosse stato già scritto. Ho studiato al Liceo Artistico di Busto Arsizio e mi sono laureato in Scenografia all’Accademia Di Belle Arti di Brera. In quegli stessi anni già lavoravo muovendo i primi passi nel mondo dello spettacolo. Ho fatto di tutto, sempre alla ricerca di esperienze nuove…E ancora lo sono. Tecnico di palco, montatore di servizi di telegiornali, direttore della fotografia, un runner, ma sono, soprattutto, un “animale” da set, è il mio ambiente naturale…”. Da tuttofare sono riuscito pian piano ad avvicinarmi alla macchina da presa, fino a diventare operatore a tutti gli effetti.

Ci sono volute tanta pazienza e determinazione, ma alla fine ci sono riuscito”.

La vita di un camera operator è fatta di grandi emozioni e soddisfazioni ma anche di tanti sacrifici. Turni massacranti che possono durare 18-20 ore lavorative.

“Non ho mai un momento di pausa vero e proprio… Se si deve girare lo si fa, a prescindere dalla stanchezza o dal clima. Mi è capitato di lavorare stando otto ore sotto una pioggia battente. Ero fradicio, ma il video andava finito!”.

Attualmente stai lavorando a qualche progetto particolare?

È un mediometraggio intitolato “Courbet – La tela dello scandalo” in cui si narra la storia del pittore Gustave Courbet mentre cerca di raggiungere l’acme dello scandalo artistico attraverso il dipinto “L’Origine du Monde”. È un film nato grazie alla collaborazione con altri professionisti della zona: Sandro Soldati è il regista e veste i panni del protagonista, Matteo Piazzalunga è l’aiuto regista, Tommaso Terigi è il direttore della fotografia e colorista, Chiara Mariani è la truccatrice, Valentina Gussoni è la protagonista femminile, Alberto Bernasconi il compositore e interpreta anche un personaggio nel corto, infine, Andrea Spagnolo è segretario di edizione e montatore. Poi ci sono io, l’operatore di camera. È un progetto a cui tengo molto.  Abbiamo lavorato molto, ora ci stiamo dedicando alla postproduzione e presto il film vedrà la luce!”.

Cosa consigli a chi vorrebbe fare il lavoro di cameraman?

“Occorre avere innanzitutto passione, dedizione e dimenticare “l’orologio”… È un lavoro che ti assorbe totalmente, è arte… quindi si sa quando si comincia ma non quando si finisce…

Consiglio dunque di studiare, frequentare scuole valide per avere una buona preparazione teorica. Ripassare i grandi classici della storia del cinema, come “C’era una volta in America”, “Ultimo tango a Parigi”, “Gran Torino” e ovviamente “Nuovo Cinema Paradiso”. Per quanto riguarda la pratica… Beh è sul campo che si fanno i muscoli… È un lavoro che si impara attraverso l’esperienza. Bisogna fare tanta gavetta, mai mollare o scoraggiarsi perché piano piano le soddisfazioni arrivano!”.

 

Roberta Montalto