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E' la volta di Milano – 'Il mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono una sola pagina', con questa frase di Sant'Agostino si apre il mondo a colori di Giancarlo Pozzi. Il catalogo tra immagini, riflessioni, pensieri e fotografie che ripercorrono le esperienze 'mondiali' dell'artista, dal 13 ottobre in mostra al Politecnico di Milano.

Gli occhi e le mani – "Giancarlo Pozzi è artigiano-artista che ha occhi per vedere il mondo e mani per forgiare interpretazioni del mondo", scrive Marina Molon, professore ordinario del Politecnico. Incisione, disegno, pittura, mosaico, vetrate, sculture, la passione per l'arte di Pozzi non si ferma di fronte a nessuna forma e materiale, si esprime a tutto tondo e ingloba le diverse culture, geografie reali e umane. La vita dell'artista è un viaggio che continua, le cui tappe significative del passato trovano spazio in una grande mostra milanese.
Dopo l'esordio espositivo a Legnano nel 1954, iniziano per Pozzi i grandi viaggi: dieci anni più tardi gira l'Europa a fianco di Giorgio Upiglio, editore di grafica milanese. La dignità delle pietre è il primo libro artistico che custodisce le sue incisioni firmato da Luigi Cavallo. Da quel periodo si apre davanti al giovane una strada tutta in salita, che incontra personaggi e volti noti del panorama artistico-culturale a livello internazionale.

Per il mondo con Pozzi – La partenza del grande viaggio nell'arte di Giancarlo Pozzi è lontana, risale agli anni '70: il Messico. Una serie di incisioni pulite, lineari, profonde nei temi e nelle cromie, dai corpi e le anime dei soldati all'energia emanata dal sole. Tunisia due anni più tardi: meta amata ancora oggi per i suoi viaggi. Pennellate coloratissime, ritmi caldi riportati con schizzi istintivi. I paesi del mondo si susseguono: Libano 1982, Capo Verde 1985, Egitto 1987, Spagna 1997-1998.

Giancarlo Pozzi, Etiopia, 2005. ph. Luisa FranzettiGiancarlo Pozzi, Etiopia
2005. ph. Luisa Franzetti

Pensieri universali – Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Domande che non hanno colore, età, forma, geografie. La porta diventa elemento ricorrente nelle opere di Pozzi, la porta è momento e luogo di passaggio, di attraversamento, di inevitabile cambiamento, di limite da superare. La porta d'oro, che sia in Iraq o in Marocco, è metafora di preziosità dell'istante, di importanza del fare, camminare, cambiare, viaggiare, conoscere. Nel momento in cui si oltrepassa la soglia, si entra a pieno titolo in un nuovo mondo: Iraq. Pagine che prendono fuoco, messaggi svolazzano al vento senza essere particolarmente ascoltati dai passanti, idee nitide e definite in un caos senza eguali.

L'essenziale visibile al pittore – Giancarlo Pozzi riesce a rendere le particolarità, le caratteristiche, le ricchezze di un luogo attraverso di semplici dettagli pittorici, nel caso specifico. Cina 1994: tra colori e bianchi e neri, tra sottigliezza dei tratti e pienezza delle campiture, si leggono nella serie di opere dedicate alla Cina, alcuni elementi del mondo asiatico. Le vie della seta, il drago, le preghiere, rispetto e silenzio. Guatemala 2001: Tessitura e Uccello tessitore, due opere vibranti, in cui si percepisce la precisione e dedizione di un'arte antica, positiva a vivace come l'animo di chi da sempre la pratica. Bhutan 2000. Etiopia 2005, ultima tappa in ordine di tempo.

'Gli occhi e le mani'
di Giancarlo Pozzi

inaugurazione martedì 13 ottobre ore 18.00
14 – 30 ottobre 2009
orari: lun-ven 8.00-20.00
Politecnico di Milano
Spazio mostre 'Guido Nardi'
Facoltà di Architettura e Società
Via Ampère, 2
Milano
Ingresso libero
info: cultura@polimi.it