Una panoramica del lago AvernoUna panoramica del lago Averno

Dalle sponde del lago Maggiore, Luino, a Pozzuoli, lungo le rive del Mediterraneo, nel cuore della terra campana, in quei Campi Flegrei che Virgilio ricorda nella sua Eneide. Qui fra il 23 e il 25 marzo si è svolto l'annuale appuntamento dei gruppi archeologici del Dopolavoro ferroviario. Un incontro che diviene occasione di scambio fra infaticabili volontari dell'archeologia, occasione di conoscere nuovi luoghi e nuove storie. Proprio come è accaduto a Pozzuoli.

Pozzuoli, o meglio Dicearchia.
Località di grande fascino, che già Goethe nel 1787 citava: "Una gita in barca fino a Pozzuoli, attraverso la regione più meravigliosa del mondo". Una città circondata da un sistema vulcanico fatto di crateri e alti colli, che le consentono di affacciarsi su uno splendido golfo. Secondo le fonti Pozzuoli fu fondata nel VI secolo a.C. dai coloni provenienti dall'isola greca di Samo e aveva nome Dicearchia, cioè buon governo.

E poi Puteoli
. Era il 421 a.C., quando Pozzuoli divenne dominio dei Sanniti e poi, nel III secolo a.C., entrò nella romanità, con un nuovo nome, Puteoli. Fu un punto di snodo commerciale, grazie alle numerose vie di comunicazione che la collegavano a Roma e alle più importanti città campane. Segno di questa ricchezza gli edifici monumentali costruiti in epoca imperiale, come l'anfiteatro, il Macellum, lo stadio.

Opere di grande ingegneria.
La zona intorno a Pozzuoli presenta un altro rischio sismico e vulcanico – basti pensare che l'ultimo vulcano, Monte Nuovo, si formò nel 1538 nel corso di una notte. A questo si associa il bradisismo, ovvero il periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo, percepibile a vista

Il castello aragonese di BaiaIl castello aragonese di Baia

sulle rovine del tempio di Serapide. Tuttavia, i Romani si prodigarono in opere di grande ingegneria, come il Portus Iulius, commissionato da Agrippa nel 37 a .C., collegato al Lago Lucrino e al Lago d'Averno attraverso un canale.

A spasso per la città.
Passeggiare per Pozzuoli significa imbattersi in tracce del passato della città. Come l'anfiteatro maggiore, il terzo in Italia dopo il Colosseo di Roma e quello di Capua; o il tempio di Augusto, costruito su un tempio più antico di epoca greca o sannitica, trasformato nel VI secolo d.C. in chiesa cristiana e divenuto la cattedrale della città. O ancora il tempio di Se rapide, così chiamato per il ritrovamento di una statua del dio greco-egizio Serapide, in realtà Macellum, ovvero il mercato alimentare.

Il meeting, fra dialoghi di archeologia e visite guidate.
Come ogni anno, il meeting dei Gruppi del DLF diviene l'occasione per parlare di archeologia, ma anche per conoscere le realtà storiche locali. Ecco quindi che nella tre giorni campana è stato dato ampio spazio alla visita di una zona affascinante come quella dei Campi Flegrei. A gestire gli spostamenti e la parte turistica è stata la Mediterraneo Service, una società di servizi turistici e culturali che ha voluto creare questo "educational tour" per promuovere la conoscenza di un patrimonio prezioso come quello campano.

Sulle orme della mitologia.
Uno dei luoghi più apprezzati è stato l'antro della Sibilla, che riprende il nome dal celebre antro cumano: una galleria rettilinea scavata nel tufo per circa 200 metri, che attraversa la collina che separa il lago d'Averno dal Lago di Lucrino. Ma ha lasciato senza fiato anche il Lago d'Averno, che occupa il fondo del cratere di un vulcano ormai spento. È l'Eneide di Virgilio a parlarne: era l'ingresso nel regno degli Inferi, qui Enea scese per incontrare il padre. Virgilio definisce il

Veduta del tempio di ApolloVeduta del tempio di Apollo

lago "nero", su di esso nessun volatile poteva volare a causa delle esalazioni sulfuree.

Musei e cisterne.
Altra tappa del giro culturale la cisterna mirabilis, una grande vasca di raccolta delle acque, utilizzata per rifornire la flotta di capo Miseno, una struttura imponente, ad arcate. Infine il Museo archeologico dei Campi Flegrei, ospitato in una cornice eccezionale, il castello aragonese di Baia che sorge in posizione strategica sul Golfo di Pozzuoli. Nel museo sono conservate le collezioni archeologiche dei campi Flegrei e sono visibili le ricostruzioni di importanti edifici, come il Ninfeo di Capo Miseno.

Parola ai Gruppi…
il meeting è il momento che ogni gruppo archeologico ha per raccontare le proprie attività, volte a valorizzare il patrimonio culturale locale. In particolare per il varesotto protagonisti apprezzati sono stati il Gruppo Archeologico Gallarate e il Gruppo Archeologico Luinese. Elisabetta di Michele, responsabile del Gruppo Archeologico Gallarate ha sottolineato come il Gruppo ogni anno si cimenti in una nuova attività. In particolare il 2011 è stato all'insegna della didattica, con la realizzazione di laboratori didattici rivolti alle biblioteche del varesotto, che hanno dato ottimi risultati, come a Daverio e a Oggiona santo Stefano. Sono stati inoltre anticipati i programmi futuri, come un ciclo di conferenze e mostre e la realizzazione della carta archeologica di Gallarate. Fabio Luciano Cocomazzi, responsabile del gruppo luinese, ha presentato l'attività dell'ultimo anno, concentrata nell'alto Varesotto, ovvero la sorveglianza dei siti a rischio, lo studio delle numerose incisioni rupestri varesine, come i massi coppellati di Brezzo di Bedero e Castronno. Di prossima realizzazione una serie di laboratori didattici con le scuole del luinese.

Un week end, quello di Pozzuoli, fra archeologia, cultura, enogastronomia: un week end che ha raccolto i gruppi archeologici di tutta Italia, dal Veneto alla Sicilia. Per rubare una espressione di Elisabetta di Michele "A Pozzuoli abbiamo veramente festeggiato l'unità d'Italia".