Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

L'ampio studio contiene molte nuove opere. Materiali di fabbrica convivono con tele e pennelli, un connubio tra antico mestiere e contemporaneità. Questa è l'aria che si respira entrando, si sente l'operosità continua di un'artista che sperimenta e gioca con la sua arte. Ermanno Cristini dopo l'importante mostra del 2005 al Chiostro di Voltorre è 'uscito di scena'. Siamo andati a scoprire i motivi di quest' allontanamento, di questa pausa, in realtà, solo dalla 'diretta'.

Raccontaci… Cosa stai facendo in questo periodo?
"Sto approfondendo quello che è il tema intorno al quale, da tempo, incentro il mio creare artistico: la contemporaneità. Il mondo contemporaneo nelle sue diverse accezioni. A modello di questa attualità: Internet. Sì, perché lo spazio di internet racchiude un po' tutti i grandi temi moderni; è un non luogo senza tempo dove la persona entra e "naviga" senza avere un centro, né un punto di riferimento. È sistema di finestre, sempre simili a se stesse, che portano alle cose più svariate nel tempo di un click del mouse".

Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

Come fai a trasferire tutto questo nelle tue opere?
"Innanzitutto la scelta del materiale. Ho cominciato nel 2000 con la serie delle Grandi tele che ho esposto prima a Pavia e successivamente al Chiostro di Voltorre. Un supporto classico che diventa gradevole alla vista grazie a dei piacevoli accostamenti cromatici. Uno spazio per il titolo, che non è scritto, e delle piccole figure tridimensionali che poggiano, comparendo in maniera precaria, sul bordo della tela".

Ora nel tuo studio c'è solo una grande tela e tante sculture, come mai?
"Il passaggio che ho fatto è stato quello di estrapolare le piccole figure, che già presenziavano nelle mie tele, e renderle autonome. Ora sono forme con una propria fisicità, ma voglio che trasmettano molto di più. La materia di queste opere agevola il mio scopo. Sono oggetti realizzati in lamiera non zincata, un materiale molto malleabile, che lavoro personalmente riscoprendo la peculiarità dell'artigiano, la minuzia e la pazienza del fare".

Sembrano leggere…
"Devono apparire leggere. La lamiera non zincata vive di pura luce, è materia non materia che c'è e non c'è. Rispecchia bene ciò che è il mondo contemporaneo, una realtà appariscente, ma sgangherata e fragile allo stesso tempo".

Ermanno CristiniErmanno Cristini

I soggetti contribuiscono al risultato?
"Sì e no. Ci sono scarpe, un pianoforte, sgabelli, spazzole…tutte cose che fanno parte dell'uso comune, ma anche qualche nuovo soggetto, come la farfalla. Quest'animale mi interessa molto perché ha una forma che si presta bene al materiale e al significato che voglio trasmettere.
Un altro ragionamento lo sto facendo intorno ai modelli preparatori di cartone, anch'essi, dipinti color argento, potrebbero diventare creazioni autonome".

Il pubblico avrà il piacere di vedere le tue nuove opere?
Per ora no. Non di sicuro in una mostra convenzionale. Devi pensare a quella che oggi è la visione dell'arte, in realtà l'opera originale può anche non esserci, basta un catalogo…le persone fruiscono l'arte attraverso le immagini di internet, oppure dalle tante stampe in circolazione, è una percezione di seconda mano. Si possono fare cataloghi di oggetti che non per forza esistono come prodotti, potrebbero non esserci e vivere solo nell'immagine. Meditavo infatti di fare delle non mostre…"

Cioè?
"È tutto ancora da definire, ma pensavo a degli interstizi tra un'inaugurazione e l'altra, a Milano. Farò fotografare le mie opere da un fotografo pubblicitario, creando così l'ambivalenza tra la mia creazione e la foto che diviene essa stessa opera autonoma. Qual è l'opera? La mia o la sua? E La mostra c'è o non c'è?"