Luigi SangalliLuigi Sangalli

Un corpo di donna: niente di più generico nella storia dell'arte, di più banale, se vogliamo, di scontato. Come la prima poesia per ogni adolescente, il nudo femminile è l'abc nei corsi di storia dell'arte e per ogni giovane aspirante.

Va da sè che la civiltà si è creata su innumerevoli capolavori incentrati sul tema del nudo o del corpo femminile e che le Veneri, le Olimpie, le Odalische, le Bagnanti sono state "palleggiate" di epoca in epoca, di secolo in secolo, di maniera, in maniera, in un continuo inesuasto d'apres.

Non sappiamo cosa possa aggiungere al tema, questa mostra "Corpo di donna", appunto che Luigi Sangalli si appresta ad inaugurare nella sua Sangalleria di Arcumeggia che riapre dopo la lunga pausa invernale e dopo le pregevoli chicche espositive cui spesso ha abituato l'amanta d'arte che sale dalla città e, dati alla mano, i sempre più numerosi turisti che si riaffacciano al borgo dipinto.

Curata da Ettore Ceriani, la mostra ha in catalogo nomi che contano: da Renato Guttuso, Giuliano Vangi, Vittorio Tavernari, Antonio Bueno, Albino Reggiori, Agenore Fabbri, Salvatore Fiume, Franco Rognoni, che ci hanno lasciato ma anche artisti che ancora occupano il panorama artistico locale, da Aldo Alberti a Marco Zanzottera, a Luca Lischetti, all'appartato Carlo Premoselli.

Grafiche per lo più, con alcuni esempi plastici Zanzottera e Alberto Croce, di dimensioni intorno al metro, ed alcuni olii, Ferriani, Alberti, Reggiori. E l'affresco di Sante Monachesi che veglia sui viandanti del borgo da qualche decennio.

Come nasce la mostra, patrocinata dalla comunità montana della Valcuvia? "Il nome viene da una vecchia cartella di incisioni del professor Sandini, ex direttore del Museo di Cerro di Laveno – spiega Sangalli – tutte dedicate al corpo di donna e di cui in mostra espongo quasi tutta la serie".

L'altro fattore che ha portato all'ideazione è una sorta di vero e proprio trattato sull'estetica del nudo, enunciato da Giuseppe Strazzi in una recente presentazione di un volume dell'amico Luigi Piatti. Tanto basta. Un po' pretestuosamente, occorre dire, la mostra ovviamente, lambisce il contenuto del professore emerito dell'Università Cattolica, riprodotto in catalogo, ma squaderna esempi di arte tangente al panorama varesino, con rare escursioni dall'esterno, vedere la piccola incisione di Bueno.

Sangalli ci ha abituati ad piccole, deliziose oasi di ricercatezza artistica, personali accurate, senza strafare, spaziando nel cortile dell'arte di casa nostra: il successo delle sue mostre da due anni a questa parte ha ampiamente dimostrato che la formula per sottrazione e senza enfasi, funziona. Adesso passa alla prova della collettiva, forse le più difficili da realizzare, senza un nesso forte che tenga insieme il tutto.

Se non altro è un buon motivo per ritornare a godere delle bellezze di Arcumeggia e, perchè no, di rivedere, artisti più di altri caduti nell'oblio come Ermanno Metelerkamp, lo stesso Ferriani cui verrà presto dedicata una monografica dallo stesso Sangalli e Carlo Premoselli, il Ligabue di Cuveglio, che solo a Sangalli, e non altri,  concede le sue opere.

Corpo di donna
Sangalleria
5 maggio – 14 luglio
Arcumeggia
orari: giovedì e sabato 14-17; domenica 10-12/14-17
mostra e catalogo a cura di Ettore Ceriani
ingresso gratuito