La locandina della mostraLa locandina della mostra

Testimonianze in mostra – Con la mostra "Un grande sì alla vita", allestita nelle sale di palazzo Cicogna di Busto, il Cav (Centro Aiuto alla Vita) festeggia i 20 anni di fondazione. Una rassegna che nasce dal frutto dell'esperienza del Centro e di quella maturata nei corsi di bioetica tenuti nelle classi del liceo scientifico "Arturo Tosi", da Giovanni Rimoldi, insegnante di Storia e Filosofia e curatore dell'esposizione, con la moglie Anna. Ideata e realizzata con il supporto di numerosi esperti, la rassegna vuole essere una risposta ad alcune delle tante domande che i giovani, e non solo loro, si pongono sui grandi problemi dell'esistenza. Questi vengono analizzati in termini razionali, con il contributo determinante della scienza e della filosofia, ma con una prospettiva verso l'infinito con cui la Fede valorizza la realtà dell'uomo.
La mostra che ha come sottotitolo: Dallo stupore all'accoglienza della vita: la dignità della persona umana fin dal concepimento è composta da 28 pannelli. Dopo la parte introduttiva, che illustra l'attività del Centro Aiuto alla Vita e la figura di Jérôme Lejeune, medico-scienziato di fama internazionale, il percorso affronta altre tematiche: contrasti filosofici, rapporto tra Fede e scienza, rispetto della persona dal concepimento, fecondazione assistita, fino ad un'analisi sull' "emergenza educativa" e sul ruolo della famiglia. Il tutto intervallato dal racconto di testimonianze e storie, vissute e raccolte dal Cav bustocco, in 20 anni d'attività. La mostra, visitabile fino al 18 ottobre, è accompagnata da un catalogo "28 quadri di bioetica" in distribuzione anche nelle librerie.

Attività del CAV –
"Nel ventennio di attività – sottolinea Antonio Pellegatta, presidente CAV Busto – si sono rivolti a noi circa 1500 donne. Quasi 600 i bambini che, grazie al nostro supporto, hanno visto la luce". Sono dati significativi soprattutto se si pensa alla realtà in cui si vive: un presente scandito dall'esaltazione della superficialità e della perdita dei valori anche se, la mentalità è cambiata rispetto agli anni '80. " Cogliamo un aspetto più positivo rispetto alla vita nascente – continua il presidente-. Rimangono sempre tante problematiche aperte che a volte inducono la donna ad abortire. Quello che fa il Cav attraverso le sue volontarie (presenti anche all'ospedale di Busto) è quella di affiancare e accompagnare le future madri in difficoltà fino all' accoglienza del figlio". Le donne che si rivolgono al Centro, sono per lo più nubili, giovani, lasciate dal partner proprio a causa della gravidanza. Oppure con problemi economici che non consentono di accogliere una nuova vita. "A questo punto- conclude Pellegatta – vorrei ricordare il "Progetto Gemma – adozione a distanza di mamma e bambino tramite il quale il CAV, aiuta le mamme e i piccoli fino al 12° mese di vita. La città risponde positivamente a questa iniziativa tanto che Busto si colloca al primo posto in provincia di Varese.