Milano – Alla Stazione Arte Conteporary è in arrivo da domani (25 gennaio con inaugurazione dalle 17.30) “Codice Urbano”, personale di Francesco Garbelli.

L’artista fu tra i promotori e protagonisti della mostra-evento degli anni Ottanta a Milano nell’ex fabbrica Brown Boveri, che riuscì a segnare la scena artistica della città nel passaggio verso gli anni Novanta rappresentando uno spartiacque tra quello che c’era stato prima e il nuovo.

Durante la sua carriera Garbelli mostra grande attenzione per il contesto urbano infatti compie i suoi primi interventi di public art concentrandosi sulla toponomastica e sulla segnaletica stradale: al loro linguaggio codificato l’artista dà un’altra possibilità amplificandone il potenziale attraverso la creazione di nuovi cartelli su supporti sempre originali, realizzando installazioni, interventi sul territorio, oltre all’utilizzo del mezzo fotografico nelle sue varie declinazioni, dalla stampa tradizionale al digitale, alla grafica murale digitale per grandi ambienti.

Le sue opere sono portatrici di messaggi recepibili da tutti ma stratificate, in tal modo possono essere lette su più livelli. La segnaletica stradale è un linguaggio universalmente riconosciuto composto da immagini, pittogrammi e indicazioni di immediata lettura, sono proprio questi elementi a diventare la base dell’artista per creare un nuovo codice personale ma anche condiviso, che scombina il vocabolario tradizionale della segnaletica stradale fatto di obblighi e di divieti.

Un ciclo che riprende più volte nel corso del suo lavoro è “Il paradosso del pedone”. Nell’opera concepisce un pedone “nuovo” perché l’omino stilizzato della segnaletica stradale si trasforma: gli è stata rimpiazzata la testa con la sagoma di un’automobile. Così l’artista attua un ribaltamento perchè l’omino è pedone ma anche automobilista e vive dunque la doppia condizione che tutti ormai viviamo. Sono chiari i riferimenti all’ingombrante presenza dell’automobile, alla situazione ambientale e all’alto numero di morti per incidenti stradali in Italia.

Inoltre Garbelli nella sua ricerca si relaziona con la parola, pensandola come agente attivo, sempre inserita nella dimensione urbana e con questa si rivolge allo spettatore, o meglio al suo modo di leggere la realtà e quindi di accogliere ma anche di superare le parole nella loro evidenza, per sostituire il giudizio con la consapevolezza. Ed è esattamente in questa chiave che il fruitore deve leggere la sua opera “Atlantide”.

Pertanto attraverso la sua arte Francesco Garbelli ci mostra un modo nuovo, consapevole e ironico di vedere il mondo urbano. (Fonte: “Francesco Garbelli. Diario Pubblico-dagli Anni ‘80 agli Anni 2000”, 2021, a cura di Francesca Di Giorgio).

La mostra a cura di Giovanni Busacca sarà visitabile, negli spazi di via Lippi, fino al 19 febbraio nei seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.