Particolare del ChiostroParticolare del Chiostro

Ma il Chiostro no – Il Chiostro di Voltorre tra gli Indiani di America e i cimeli di Alfredo Binda? No, grazie. Meglio di no. La nuova convenzione, approvata all'unanimità nei giorni scorsi dai rappresentanti politici della Comunità Montana della Valcuvia, recide di fatto il legame fin qui esistente sulla carta tra il Chiostro di proprietà della Provincia di Varese e quella cerchia di presenze riunite sotto il nome di Circuito Museale Valcuviano; una creatura nata nel 2003 come accordo di programma per la reciproca valorizzazione delle singole realtà del territorio ed in particolare volta alla creazione di una rete per l'educazione alla didattica museale.

Uguali ma diversi
– Troppo differente il monumento benedettino per rientrare in questo ambito, e con programmi ambiziosi, benché costretti a fare i conti con una costante criticità finanziaria, per trovarsi del tutto a suo agio, in un circuito che si impegna nell'avvicinare i musei al territorio ma non garantisce automaticamente né uno slancio a livello nazionale, né una maggiore ridistribuzione delle risorse.

Angela ViolaAngela Viola

Senza collezione – "E' una situazione particolare quella del Chiostro – cerca di chiarire Angela Viola, sindaco di Casalzuigno ed assessore alla cultura in Comunità Montana. "Tecnicamente non è un museo, non possedendo una collezione permanente, pur avendo dei requisiti che la maggior parte delle strutture museali del circuito non sono ancora riuscite a raggiungere". La mancanza di una patrimonio proprio, al di là del pregio della struttura e delle mostre temporanee, priva, in sostanza, il Chiostro di quell'elemento di continuità di dialogo tra il territorio e soprattutto la fruizione didattica così come prospettata dalla convenzione.

Strategia al 'ribasso' – Ma è nel complesso lo strategia del circuito che non ha mai convinto fino in fondo i responsabili chiamati a guidare le sorti di Voltorre negli ultimi anni. Enzo Lucenz diede a suo tempo una disponibilità verbale all'integrazione nel sistema valcuviano senza che questa di fatto si trasformasse in nulla di concreto; dal canto suo Caterina Carletti, il manager chiamato a ridare identità e slancio al Chiostro alla fine del 2006, non ha mai fatto mistero di avere più di una perplessità sulla strategia complessiva di un sistema che unisce entità molto diverse tra loro per scelte culturali e piani progettuali. Il coordinamento di un

Caterina CarlettiCaterina Carletti

servizio educativo che il circuito museale valcuviano può garantire, in sostanza, non pare una contropartita sufficiente per un polo espositivo che invece cerca di accreditarsi a livello nazionale ed internazionale come indica la composizione cosmopolita del comitato di consulenti scelti dalla stessa Carletti.

La didattica vola
– In base alla nuova convenzione, il circuito, dotato da tempo di un proprio sito internet anche se non più aggiornato dal 2006, ha votato anche l'adesione di Villa della Porta Bozzolo del Fai e del costituendo Museo della Civiltà Contadina di Brinzio, due realtà che invece hanno e avranno bisogno di uno specifico lavoro di penetrazione nel territorio. Un lavoro, quello fatto sulle scuole, di cui i frutti si concretizzano nei numeri: sono 75 gli istituti didattici che hanno già dato la propria adesione ai progetti di educazione al museo portati avanti dalle operatrici del gruppo di lavoro. Per loro a breve, è prevista anche la pubblicazione del primo numero dei "Quaderni dei Musei", una sorta di catalogo cartaceo del circuito "ad uso e consumo delle scuole ma non solo" specifica Angela Viola.