Bruno MancaBruno Manca

Sconfinando dall'apparire – L'arte ieratica, attraverso i simboli e le icone, parla di fatti biblici quali principi di leggi cosmologiche, dell'uomo quale immagine di Dio e suo santuario nel divenire, della vita tutta. Uno studio che arriva da lontano e che porta a creare opere in realtà poco fruibili. C'è la materia, visibile e tangibile, ma si fa portatrice di un significato che va ben oltre la cognizione sensoriale. È un introspezione profonda dell'individuo che cerca il divino in se stesso. Questa indagine artistica, pur partendo dalla conoscenza dell'uomo e dei suoi limiti, non si rassegna ad essi e li vuole di continuo superare, per avere una visione sempre più ampia; vuole andare oltre e proiettare il limite nell'universale. Non è improvvisare; è un lavoro fatto di anni di studio e di riflessioni sulle simbologie arcaiche delle diverse religioni, in rapporto ai problemi esistenziali di oggi.

Un'opera di MancaUn'opera di Manca

La pittura – Con le opere di Bruno Manca l'uomo esce dal finito della materia. I suoi dipinti trasferiscono l'emozione dell'inconoscibile, il fascino del mistero, la sensazione delle influenze divine disperse nel creato. Questa pittura fatta di materia, tenuemente tonale con vibrazioni e contrasti di luce è la più adatta a contenere e trasporre valori universali.
"Mi ha fatto molto piacere vedere come la sua ricerca pittorica sia approdata a dei lavori così seriamente impegnati e vicini anche al mio modo di pensare.
Queste sue stesure di fondi materici che si ricollegano arcaicamente a quelle superfici primitive prive di superficialità, ma profondamente vere sia come materia sia come concetto filosofico per essere pronte ad accettare le sue presenze che io chiamerei impronte (di uomini primitivi). Questo modo di pensare e vedere le cose si avvicina molto anche al mio lavoro dei "segni istintivi". Io in un modo, lui in un altro, siamo consapevoli di portare avanti un discorso pittorico sinceramente vero e attuale. Innanzi tutto, l'impegno e la serietà che si legge nei suoi ultimi lavori fanno trasparire la fatica e l'esperienza accumulata nel tempo. In poche parole, chi osserva i suoi lavori sente un'emozione che viene da lontano". Così ha parlato di lui un suo collega, Luigi Marengo.

Un'opera di StefaniUn'opera di Stefani

La sculturaFilippo Stefani, padovano di nascita e sumiraghese d'adozione, artista poliedrico è conosciuto in Germania e anche in California, dove si trova la sua scultura bronzea di San Francesco Saverio per una chiesa dei gesuiti. Da sempre interessato all'arte sacra e iniziatore del Gruppo Arte Jeratica (1984), la sua produzione esoterica è conosciuta in tutta Italia. Si presenta alla mostra solbiatese con alcuni bronzetti, lasciando a casa le opere più grandi e pesanti. Le sue sculture ritraggono simboli e icone bibliche e non, estrapolate e rese autonome. Tramite l'intuizione, la singola figura deve essere collegata alle altre, per permettere la lettura della frase di per sé velata. La scultura, composta da elementi appartenenti ai regni animali, vegetali e minerali, si appropria di simbologie che provengono da tutte le religioni, mitologie e culture esistenti.
L'artista ha confessato che non vende le sue opere e a dir la verità, non ha particolare piacere ad esporle "non ha senso" ha affermato. La sua ricerca è tutta personale e profonda, rivolta a se stesso, non può quindi trasferire del tutto un contenuto ai suoi bronzi perché per ogni persona può attribuirvi significato differente.

"L'uomo dalla Genesi ad oggi"
Biblioteca di Solbiate Arno
dal 22 settembre al 30 settembre
Inaugurazione domenica 22 settembre ore 17
Orari: Martedì, mecoledì e venerdì ore: 10 – 12/15.30-18.30; giovedì e sabato ore: 15.30-18.30
Domenica 23 Settembre ore: 16-19/20.30-23