Chiude con oltre 1500 visitatori la mostra personale di Antonio Franzetti intitolata: "Le radici profonde non gelano", ospitata al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno; una rassegna di scultura e grafica che ha richiamato pubblico di tutte le età, anche nel periodo natalizio e durante le festività.
"Sono davvero commosso e grato verso quanti hanno voluto visitare la mostra in questi mesi, qui a Maccagno – commenta Antonio Franzetti, autore delle opere esposte – Questa è stata certamente una delle esposizioni più interessanti e notevoli della mia intera carriera, tanto per il numero di opere presentate al pubblico, quanto per il lavoro di presentazione, progettazione e allestimento degli spazi museali. Insomma, non un semplice flash o frammento artistico, ma una ricca e completa antologica che da anni sognavo".
E intanto, in Museo, già fervono i preparativi per la prossima manifestazione: "Quest'anno è andato benissimo e il 2016 si è già aperto all'insegna di collaborazioni e presenze davvero molto qualificate qui al Civico Museo – spiega Fabio Passera, Sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca – Il nostro intento principale è di rendere ancora più fruibile lo spazio del Museo; erano molti anni che mi aspettavo questi risultati che evidentemente proseguono e incrementano la ricca storia e la tradizione culturale di tutto il nostro comune. Per il 2016 mi aspetto di bissare il risultato raggiunto con un obiettivo ben preciso: far in modo che il museo possa diventare una formidabile occasione di legame con il territorio".
"Stiamo preparando un'intensa stagione di rassegne – spiega Clara Castaldo, storico dell'arte, giornalista e responsabile dell'organizzazione delle più recenti mostre di Maccagno – Ci attendono mesi di collaborazioni con le scuole, le associazioni culturali e gli artisti del Varesotto e non solo. La prossima mostra, in particolare, si collocherà nell'orizzonte di conoscenza, riscoperta e tutela del prezioso patrimonio di testimonianze pittoriche prealpine: un'occasione interessante per conoscere da vicino – anche grazie ad un importante prestito autorizzato dalla Soprintendenza – i principali autori e le botteghe che, tra Tardogotico e Rinascimento, hanno costellato il Varesotto e il Canton Ticino di opere ad affresco e non solo. Testimonianze spesso di carattere devozionale, appartenenti cioè a consorzi artistici volonterosamente impegnati ad accogliere un linguaggio aggiornato, realistico, volto a conferire concretezza ed evidenza alle figure e ai dettagli rappresentati. Ci soffermeremo volutamente su una pittura meno celebrata e rinomata ma dotata di caratteristiche ben definite: una fortissima vena descrittiva e un'intensa capacità narrativa e di coinvolgimento dei riguardanti".