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L'edificio. Impensabile nelle città romane che mancasse un teatro, luogo di divertimento e socializzazione. Spesso imponente, quasi più delle mura, riprende nella struttura il teatro greco. Si componeva di varie parti, la cavea, con le gradinate dove sedevano gli spettatori, l'orchestra, con i sedili per le autorità, l'edificio scenico vero e proprio con il palco e un alto muro di fondo. In molti teatri alle spalle dell'edificio scenico esisteva uno spazio porticato, riservato agli intervalli.

Lo spettacolo.
Dal mondo greco i Romani recuperarono tragedie e commedie, soprattutto in epoca repubblicana, ma il teatro romano sviluppò soprattutto mimi e pantomimi che si recitavano senza utilizzare la voce, ma ricorrendo a movimenti del corpo e delle mani. Accompagnati dalla musica i pantomimi mimavano storie mitologiche e leggende, spesso tragiche, mentre i mimi portavano in scena storie comiche e scandalose.

Gli attori.
Nel mondo romano solo agli uomini era permesso recitare, mentre le donne potevano esibirsi solo come danzatrici. Allo stesso modo senatori e cavalieri non potevano svolgere questa professione, riservata solitamente a liberti e uomini liberi. Gli attori usavano durante lo spettacolo maschere fisse, arrivando a cambiarne cinque e interpretando così più di un personaggio. Le maschere erano realizzate in materiale deperibile, sughero e tela stuccata, con barba e capelli aggiunti. Uno dei personaggi più ricorrenti nelle commedie è il servo, spesso molto furbo e capace di risolvere questioni complicate.

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La musica.
Negli spettacoli romani fondamentale era il ruolo della musica. Fra gli strumenti la cetra, strumento a corda, in legno, famoso per essere stato suonato dall'imperatore Nerone. Ma anche la tibia, ovvero uno strumento a fiato simile al moderno flauto e i crotali, strumenti a percussione.

Le stagioni teatrali.
Le rappresentazioni teatrali duravano da aprile ad ottobre, in occasione di feste religiose, celebrazioni in onore degli imperatori, occasioni in cui si svolgevano anche giochi di gladiatori e cacce di animali feroci. Nei giorni dedicati agli spettacoli ogni attività lavorativa era sospesa, in modo che il maggior numero possibile di persone potesse partecipare agli spettacoli. A teatro i posti erano distribuiti in base all'ordine sociale cui si apparteneva. Nella prima fila sedevano i senatori, nelle quattordici retrostanti i cavalieri, poi il popolo, fino alle gradinate più alte, donne, bambini e schiavi.

I biglietti.
Per assistere allo spettacolo gli spettatori dovevano mostrare ai guardiani all'ingresso una tessera distribuita gratuitamente. Si trattava di un oggetto di piccole dimensioni, in osso, oppure in terracotta, dove era indicato il numero del settore del teatro e il posto destinato allo spettatore. Il pubblico si sistemava nella cavea e un banditore annunciava il titolo, l'argomento della rappresentazione e l'inizio dello spettacolo. Le rappresentazioni si svolgevano la mattina e proprio per evitare il sole veniva steso sopra la cavea un grande telo, il velario, e da alcuni punti del teatro partivano getti d'acqua, spesso profumata di rose e zafferano per attenuare i cattivi odori.