L'artista nel suo studio (fotografia 1969, da internet)L'artista nel suo studio (fotografia 1969, da internet)

La scultura d'autore a Villa Recalcati – Se è troppo presto per fare un bilancio del ciclo "Scultori a Villa Recalcati" si delineano, già con grande chiarezza, i caratteri che distinguono i protagonisti sin qui coinvolti: Pomodoro, Sangregorio, Tavernari e, ora, Cassani. In Villa Recalcati, fino al 15 luglio, si potranno ammirare i suoi celebri volani di pietra, le ruote, i pistoni che si intersecano con le radiazioni, i trafori talvolta spigolosi come armi d'offesa altre volte, invece, decorativi come piani a ventaglio. In Cassani è fortissimo il legame che unisce la pietra al tempo (naturale, storico, artigianale…). Così come forte si presenta il carattere di bellezza di profili geometrici monoliti, ravvivati da scalfiture e solchi più profondi, dove le parti incompiute accrescono l'importanza di quelle finite.

I fiori o i soli di pietra – Una trentina di opere, tra le quali alcune di grandi dimensioni come Doppio rotante, 1978, e Sequenza ritmica, 1998, documentano il rapporto pressoché esclusivo di Cassani con la pietra, materiale d'elezione con cui ha realizzato opere dinamiche nello spazio, in un rapporto sempre rinnovato tra sagome circolari ed elementi radiali.

Nino Cassani nasce a Viggiù nel 1930. Compie gli studi all'Accademia di Brera di Milano e inizia l'attività artistica nel 1955 presentando sculture figurative realizzate in pietra, materiale che predilige perché congeniale al suo modo di scolpire. Dal 1960 con le "pietre vive" ricerca nella pietra maggiori possibilità espressive, amplificandole poi nei "rotanti" e nelle "strutture circolari" dove prevale l'idea del movimento. Partecipa alle principali rassegne nazionali ed internazionali: Biennale di Venezia (1962), Biennale di Parigi (1963) dove ottiene il premio Rodin, Biennale Internazionale di scultura di Carrara (1962-1965-1967-1969-1973), Quadriennale di Roma (1965), Biennale di Anversa (1965); Mostra itinerante del bronzetto italiano contemporaneo nel 1971 a Budapest, Buenos Aires, Montevideo, Rio de Janeiro, Sao Paulo; nel 1972 a Città del Messico, Tokio, Osaka, Hahone; nel 1974 a Hong Kong.

Scultura progettoScultura progetto

È stato titolare della cattedra di scultura all'Accademia di Venezia (1977-1981), all'Accademia Albertina di Torino (1982-1989) all'Accademia di Brera di Milano (1990-1995). Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero. Vive e lavora a Milano.

Tra i testi critici recenti dedicati a Cassani che ho letto – pochi per la verità – tre mi sono rimasti più impressi e, credo, siano stati maggiormente in grado di esprimere con chiarezza le ragioni e i perché della sua scultura.

Miklos N. Varga, professore di storia dell'arte all'Accademia di belle Arti di Brera, ha scritto: «La pietra fa la storia, e non soltanto in senso geologico. È l'evoluzione stessa della natura che parla attraverso la pietra. (…) Pertanto, parlare di "età della pietra" è un non senso, in quanto tale età è compresente in ogni tappa dell'evoluzione naturale: quindi, essendo l'uomo parte integrante della natura, non si capisce perché la cosiddetta "età della pietra" debba costituire il parametro valutativo per misurare i primi passi dell'uomo sul terreno della storia. Ecco perché la pietra fa la storia, più dell'uomo. Allora, più opportunamente, dovremmo parlare di "civiltà della pietra"». Nello stesso testo critico, datato 1974, Miklos Varga sottolinea l'essenza della forma che nelle opere di Cassani è colta nel suo divenire, quasi si trattasse di un corpo biologico più che minerale.

Doppio rotanteDoppio rotante

Sulle forze cinetiche ed elicoidali torna anche Stefano Crespi: «La pietra è la cifra più misteriosa del tempo, custodisce il silenzio vissuto, restituisce gli sguardi di vite segrete e sconosciute. La pietra è il "tempo povero" della vasta e incolore mestizia di tutto ciò che non ha storia: radicale nudità con una segreta possibilità di grazia. (…) In una rinnovata primordialità, non priva di un'intima non formale aristocrazia, il gesto artistico viene ancora a collocarsi tra l'informe della materia e i ritmi della forma: tra il grande silenzio della pietra e il volto impossibile della scultura».

Il più illuminante di tutti mi sembra Andrea B. Del Guercio che sottolinea: «La pietra, luogo antico della comunicazione, dai brevi spazi della scrittura alle grandi pareti dell'architettura, si pone al centro di una redazione che, sin dagli esordi espressivi, vede l'abbandono del volume e dei suoi segreti inscindibilmente legati alla storia del materiale e della stessa scultura antica, per predisporsi, all'interno di un progetto scultoreo moderno, per articolata organizzazione di piani e di elementi astratto-modulari, ora in estensione verticale, ora in sviluppo orizzontale, ora in movimento circolare. (…) ogni scultura appare quindi una autonoma pagina, ma di un racconto caratterizzato da valori che possono apparire segreti e mimetizzati».

Nino Cassani
Varese, Villa Recalcati
Dal 17 giugno al 15 luglio 2012
A cura di Flaminio Gualdoni
Ingresso libero
Comitato organizzatore: Mauro Carabelli, Sara Frattini, Vittore Frattini, Flaminio Gualdoni