Napoli – Sono le case i soggetti sui quali si posa l’attenzione dell’artista Ryan Mendoza. Una ricerca che va oltre i muri entrando nell’aspetto più intimo del suo significato, come paradigma del proprio essere. Case “demolite e ricostruite” nei pensieri e nella mente, nella rinascita di un segno, di un colore, di un’atmosfera. Un’ampio sguardo sull’opera del newyorchese Mendoza si è aperto in questi giorni in due location cittadine: il cortile di Palazzo Reale e l’ex lanificio di piazza De Nicola dove sono ospitate, rispettivamente la casa di Rosa Parks (ricostruita) e la mostra “Almost Home”.
L’esposizione, organizzata da Luigi Solita Galleria Contemporanea, a cura di Maria Chiara Valacchi mette in luce la particolare tecnica con la quale l’artista rappresenta il concetto di spazio che passa da una pratica di demolizione a una di riedificazione mutandone drasticamente i significati. I soggetti come già accennato sono le case, edifici che trasla sulla tela sui quali interviene con colori dalle sfumature terrose, scritte, dripping e figure umane che ne interrompono le prospettive. Su questi soggetti e tematiche Mendoza lavora quasi con ossessione da anni scavando e portando alla luce tutti i suoi significati: casa come metafora del nucleo familiare, origine delle complesse derive della personalità dell’uomo; casa come punto di partenza dal quale si fugge e punto di ritorno per riappropriarsi delle proprie origini.
La mostra site specific “Almost Home” è concepita per la nuova sede della Galleria Contemporanea, (inaugurata nell’occasione) l’ex lanificio, location fino a poco tempo fa abbandonata, dalle caratteristiche architettoniche interne di memoria industriale. Qui l’artista presenta per la prima volta un importante gruppo di dipinti modulati a parete su altrettante quinte di carte da parati vintage (recuperate nel territorio napoletano) arrivando a concepire un ambiente dal sapore domestico. La carta da parati diventa dunque il simbolo di un nuovo involucro nel quale Mendoza compie la ricostruzione di un paesaggio privato in un luogo che rifugge dai parametri confortevoli di una casa. Una frizione tra interni e soggetti pittorici che restituiscono allo spettatore istanti di cruda vita comune.

Nel cortile di Palazzo Reale, grazie al supporto della Fondazione Morra Greco, è esposto il lavoro più massivo dell’artista: la ricostruzione della casa di Rosa Parks, luogo dove l’attivista americana visse a Detroit da rifugiata, acquistata dall’artista nel 2016 prima della demolizione (smontata e poi ricostruita nel giardino della propria abitazione a Berlino) quale simbolo contemporaneo contro la segregazione razziale e definita da Mendoza: “un dipinto tridimensionale, il cui significato è generato in parte dall’atto di spostamento”. Rosa Parks insieme a Luther King, è diventata un’icona della lotta per l’integrazione degli americani di colore.

L’installazione potrà essere ammirata fino al 31 dicembre mentre la mostra rimarrà aperta al pubblico sino al 15 ottobre con i seguenti orari: lunedì – venerdì 9 – 18; sabato e domenica su appuntamento. Info e contatti: 081 3041919 -451358 info@spazionea.it