Carosello, lo spazio televisivo dedicato dalla Rai alla pubblicità dal 1957 al 1977, i suoi personaggi e le sue brevi storie, fanno parte dei miti dell'immaginario collettivo italiano e continuano a suscitare attenzione e curiosità, da un lato dettate da nostalgia e dall'altro legate a un interesse culturale. Questa curiosità e questo interesse, dimostrati ad esempio in occasione della recente mostra organizzata presso il Museo del Fumetto di Milano di cui ci siamo occupati su queste pagine, sono sufficienti per giustificare un'operazione come quella di Carosello reloaded? Qual è il significato di questo "ritorno" e l'idea che ha guidato il progetto? Guardando le puntate finora trasmesse non ci sembra di coglierne il senso. Se i sipari di Carosello erano nati per contenere la pubblicità in uno spazio limitato dedicato a una propaganda che doveva essere anche spettacolo e intrattenimento, oggi, in una società in cui siamo bombardati di messaggi pubblicitari, queste quinte suonano fasulle, forzate e soprattutto slegate dall'attualità.

Al di là della "cornice", che tra l'altro reinterpreta la grafica originale in modo discutibile, sono i contenuti a lasciare del tutto perplessi. Il brusco passaggio dagli storici spot della Ferrero, che narrano le avventure di Jo Condor e del Gigante Buono, alla pubblicità di oggi, che reclamizza la Nutella presentandoci un "felice risveglio", appare forzato e, giustapponendo passato e presente, evita di fatto una lettura di confronto che avrebbe potuto stimolare delle riflessioni. Le pubblicità – al di là di quella dell'Eni ideata dall'artista milanese Nais e dal collettivo di creativi Hello, Savants! che si avvicina alla modalità narrativa di Carosello – non si differenziano in nulla, se non nei tempi allungati (si pensi ad esempio a Conad), dagli spot trasmessi quotidianamente e ripetutamente nei normali spazi pubblicitari televisivi.

Nei comunicati di presentazione della trasmissione, in questi giorni molto citati in rete, si legge che "Carosello reloaded vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e più evoluta forma di comunicazione nell'era del digitale multischermo e multipiattaforma" e "rilanciare la pubblicità come forma d'arte, come più alta espressione artistica in grado di intrattenere, emozionare e coinvolgere il consumatore". L'operazione in sé, una sorta di "revival pop" che cerca di trovare un suo spazio di attualità e di diffusione su diverse piattaforme (dalla tv, al cinema, alla rete), può destare molti dubbi, ma il nuovo Carosello rappresenta anche un'occasione persa, perché avrebbe potuto, se diversamente concepito, dar voce a idee meno omologate alla logica strettamente commerciale che domina molte pubblicità di oggi.