Gli affreschi nel Santuario della Madonna dei GhirliGli affreschi nel Santuario della
Madonna dei Ghirli

Extra-comunitaria – Costituisce un'exclave italiana nel territorio del Canton Ticino, separata dal resto d'Italia dal Lago di Lugano e dalle alture. Eppure Campione d'Italia appartiene da tempi immemori alla diocesi milanese. A raccontare di questa antica e sorprendente storia, anche alcuni splendidi monumenti storici come la Parrocchia Prepositurale di San Zenone, l'Oratorio di San Pietro e, soprattutto, il Santuario di Santa Maria dei Ghirli, testimoniato già a partire dal IX secolo. Giovedì 20 maggio, nella Sala San Satiro, sotto il portico del Bramante a Milano, sono stati presentati i restauri che da qualche mese sono attivi nel monumento religioso affacciato sul lago. Di fondazione longobarda, il Santuario è citato per la prima volta in un documento dell'874.

L'originario appellativo di Willari, a indicare un piccolo gruppo di case appena fuori il paese, si trasformò con il tempo in Guirli e poi in Ghirli, a cui il vicario Rusca attribuì il significato romantico di luogo frequentato dalle rondini. Ma la conferenza stampa ha guardato anche al presente e al futuro, presentando in lungo e largo le attività di promozione culturale e turistica di Campione d'Italia, lembo tricolore della diocesi milanese in territorio elvetico. A raccontarci la storia e le bellezze del tempio sacro e dell'interno sono stati l'Abate di

Don Eugenio MoscaDon Eugenio Mosca

Sant'Ambrogio Mons. Erminio De Scalzi, il Sindaco di Campione d'Italia Maria Paola Mangili Piccaluga, Don Eugenio Mosca Parroco di Campione d'Italia, la responsabile del laboratorio di restauro Eliana Tovagliaro e la Presidente dell'Azienda Turistica Cristina Ferrari.

La decisione di dare avvio con una certa urgenza al restauro, ci hanno spiegato, è maturata in seguito ad un sopralluogo di esperti, compiuto verso la fine del 2007, con lo scopo di visionare gli apparati murari interni della chiesa per individuare l'eventuale esistenza di problemi di degrado. Ad aver subìto i danni maggiori gli affreschi antichi e i preziosi stucchi. Infine la volta del presbiterio, la parte più complessa, risultava anche percorsa da numerose fessurazioni. Il progetto di restauro prevede interventi dilazionati in distinte campagne che culmineranno nel presbiterio che porta l'impronta inconfondibile della regia di Isidoro Bianchi da Campione (1584-1662). Gli stucchi, poi, come in molte altre chiese del ticinese, non sono semplice ornamento, né cornice lussuosa, ma hanno dignità a sé, tanto sono elaborati e ricercati. Ora l'obiettivo è quello di rilanciare e di divulgare con una adeguata politica di promozione questo straordinario patrimonio storico (ma anche ambientale e religioso).