La Dafne vista dall'altoLa Dafne vista dall'alto

Pronta per partire – L'Apollo e Dafne di Bernini, conservato nella Galleria Borghese di Roma, ha ispirato Lorenzo Martinoli che, grazie ad un'importante commissione, si è misurato col maestro seicentesco. Una reinterpretazione, più che un confronto, con l'antico mito ha permesso all'artista di misurarsi con la grande dimensione e produrre una innovativa rivistazione in chiave moderna del capolavoro romano. Il lungo lavoro che ha impegnato l'autore di Barasso ha dato vita a una maestosa scultura in ferro di sorprendente dinamicità che sarà presentata al pubblico domenica 9 maggio alle 17.00 a Villa San Martino. Un'occasione unica per vedere quest'opera prima che prenda il volo per Parigi dove ad attenderla ci sarà il gallerista che ha incaricato Martinoli di eseguire la scultura.

Il lungo lavoro premia – La Dafne che vedremo a Barasso è realizzata in lamiera sbalzata a caldo da 6 mm ed è rivestita con un velo di tombacco che, in un pezzo unico, parte dai piedi sotto forma di radici, si evolve in mantello per finire in capelli al vento. "Ci sono volute più di ottocento ore di lavoro – ha spiegato l'artista – "ho iniziato ad ottobre e ho terminato la scultura giusto due

L.Martinoli, DafneL.Martinoli, Dafne

settimane fa. Un grosso impegno che mi ha dato davvero soddisfazione". Continua Martinoli: "In realtà non ho incontrato molte difficoltà nel realizzare l'opera; più che altro sono stato attento a giocare sulle proporzioni". Prima di inizare questo lungo lavoro, l'artista ha passato diverse ore a contatto con il capolavoro di Bernini che ha toccato con mano, contemplato e misurato. Come nella buona tradizione degli artisti, il confronto con la scultura del grande maestro ha dato le basi per partire in questa bella impresa. Martinoli ha fatto suoi gli insegnamenti di Bernini e ha poi scelto di applicarli alla matria a lui più congeniale: il ferro.

Una sbirciata al catalogo – Oltre a vedere l'opera, il pubblico di Barasso domenica sera potrà chiacchierare con l'artista e sfogliare un piccolo catalogo, stampato per l'occasione. Il volume, curato da Metamusa, include, oltre ad un ricco apparato fotografio che racconta l'evoluzione del lavoro dell'artista anche il testo dell'amico Luigi Piatti. Un breve ed affettuoso racconto dell'attività di Martinoli che lo storico e conoscitore d'arte, conosciuto come "Ginetto" chiude così: "Chissà cosa direbbe il Bernini se potesse ritornare al mondo per qualche minuto, solo proprio il tempo per guardarla e valutarla. Ritengo che le prime parole potrebbero essere: accidenti che mestiere

L.Martinoli, DafneL.Martinoli, Dafne

‘sto personaggio! E' il commento che viene facile anche a me; è il Mestiere con la M maiuscola che Lorenzo ha imparato in decenni di lavoro d'officina, con tanta fatica, tanto sudore e tanta, tantissima voglia d'imparare. Per diventare quello che è: il primo della classe che può permettersi ciò che per altri è proibito".

L'umile artigiano diventa artista – Un artista umile con una gran voglia di fare, che non si spaventa davanti al lavoro, anzi lo cerca e lo pratica con gioia. L'esordio di questo "fabbro" di Barasso è ripercorso nell'altro testo critico del catalogo di Erika La Rosa che scrive: "Il fatto che Lorenzo Martinoli sia, per così dire, "cresciuto" nella bottega di famiglia, respirando il calore del fuoco dell'antica fucina e imparando giovanissimo a modellare il ferro, lo rende un artista completo, capace di piegare la forza della dura materia alle proprie volontà (…) La sua ricerca artistica è cresciuta negli anni e da sperimentazioni sulla materia di per sé, Lorenzo si è prefisso sempre nuove sfide, con il ferro prima di tutto ed oggi con i grandi scultori delpassato". Completa il catalogo anche una bella dedica di Francesco Cappellani.

Dafne
Lorenzo Martinoli
9 maggio 2010 ore 17.00
Villa San Martino, Barasso VA
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