P.F. Mazzucchelli, Martirio di Sant'Agata, BinagoP.F. Mazzucchelli, Martirio di Sant'Agata,
Binago

La Parrocchia di San Giovanni Battista a Binago, oggetto in passato di studi da parte di Federico Cavalieri e Valerio Pilon, raccoglie un vera e propria antologia di opere ad affresco e su tela della scuola del Morazzone. L'autografia morazzoniana, sostenuta dalla tradizione locale sulla base delle parole «Celeberrimi Morazzoni penicillo» negli atti della Visita Pastorale del card. Pozzobonelli nel 1747, non può però essere così facilmente accolta davanti agli affreschi del Battistero o all'apparato decorativo della Cappella di San Carlo.

Diverso trattamento va riconosciuto piuttosto alla tela del Martirio di Sant'Agata. Questo dipinto era anticamente pala d'altare della cappella eponima, oggi non più esistente, che fino alla fine dell'Ottocento si erigeva sul fianco destro della chiesa, di patronato della nobile famiglia Castiglioni. Oggi non occupa più la cornice marmorea a lei destinata nella terza cappella di sinistra, bensì è sospesa sulla parete a destra del presbiterio.

Ipotesi e confronti.
Già Pilon e Cavalieri avevano messo in evidenza le strette corrispondenze fra la pala e un

Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria, BinagoAssunzione in cielo della Beata
Vergine Maria, Binago

bozzetto della Fondazione Longhi di Firenze. Per Cavalieri «è questa l'unica opera della conservata nella chiesa per la quale è davvero possibile avanzare, con cautela, il nome del Morazzone», ma lo studioso preferiva mantenere sospeso il giudizio in attesa di un restauro, viste le allora condizioni precarie del dipinto. Il restauro è stato eseguito nel 1995 da Rossella Bernasconi di Varese ha permesso di confermare le relazioni strettissime con il bozzetto Longhi, da cui differisce solo per pochi particolari, come il cappello del giudice nell'ombra del secondo piano (mentre nel bozzetto è decorato da piume), le brache del carnefice di sinistra e l'acconciatura dei capelli del carnefice di destra che nel bozzetto sono trattenuti da una banda, mentre nella pala sono avvolti da un turbante.

La presenza della pala di Binago confermerebbe quindi la funzione del bozzetto di Firenze? È esistita o esiste ancora una pala del martirio della Santa del Morazzone?

Certo è che la rimozioni delle vernici ingiallite e delle

Morazzone, Assunta, Milano, Pinacoteca di Brera (inv.138)Morazzone, Assunta, Milano, Pinacoteca di
Brera (inv.138)

ridipinture ha riportato alla luce un esempio pittorico di grande qualità nel dinamismo compositivo sottolineato oltretutto da un luminismo netto e tagliente. Sul fodero della spada del carnefice di sinistra durante la pulitura è emersa inoltre anche la data 1607 che si ricollega alle disposizioni date da Federico Borromeo per l'ornamento della cappella.

Un nuovo interessante confronto arricchisce ulteriormente la storia di questo soggetto iconografico. Poco tempo fa, infatti, tramite la Pro Loco di Binago, si è giunti a scoprire dell'esistenza di un disegno reso noto dallo studioso Christian Eder di Colonia che riproduce fedelmente il Martirio di Sant'Agata di Binago. Certamente un nuovo importante tassello che amplia notevolmente le prospettive di studio.

Assunzione della Vergine. Nell'elenco delle opere di

Pittore morazzoniano del 1607, Martirio di Sant'Agata, Firenze,Pittore morazzoniano del 1607,
Martirio di Sant'Agata, Firenze

chiara ispirazione morazzoniana a Binago non va dimenticata un'altra tela rappresentate l'Assunzione della Vergine. Già pala d'altare nella chiesa di Santa Maria Assunta, questa pala è citata negli atti della visita pastorale del 1638 e successivamente nei resoconti del Pozzobonelli. Si riconosce subito l'audace scorcio della Madonna quasi rovesciata all'indietro e con le braccia spalancate, elevata in cielo da angioletti. Questo particolare è molto interessante poiché è una trasposizione letterale di un disegno del Morazzone, oggi conservato a Brera. Questo ignoto pittore sfruttò dunque un'idea altrui -facilmente reperibile grazie alla grande circolazione di disegni e cartoni- e la adattò per realizzare una composizione modesta nei colori e negli scorci.

Indubbiamente queste opere sono la testimonianza del favore goduto da un artista di chiara fama in una piccola località come Binago e di possibili collegamenti storico-culturali o religiosi con centri ben più importanti.

Riferimenti fotografici: Archivio fotografico Pro Loco Binago