L'ingresso della Fondazione BanderaL'ingresso della Fondazione Bandera

Bilancio allarmante – Visitatori contati. La Fondazione Bandera corre ai ripari. Meno di cinquecento presenza in un anno sono un dato sufficientemente allarmante per il polo museale privato di Busto Arsizio, sempre più lontano dai fasti di un tempo e sempre più alla ricerca di una nuova identità e una nuova collocazione sul mercato dell'arte, su quello delle mostre, in particolare.

Orfana di Alberto Fiz, che negli ultimi anni del decennio dei Novanta aveva portato nomi e iniziative di ampio respiro, passata non del tutto indenne dall'esperienza di Marina Pizziolo, il progetto culturale della famiglia Bandera soffre. In buona compagnia, si dirà, ma la potenzialità del luogo ne accresce il rammarico di un pubblico che da quella sede si attende sempre se non i colpi d'ala, una costanza di iniziative legate e soprattutto legate ad una certa idea di svecchiamento delle proposte.

Nuovi scenari – Da qui le contromosse che potrebbero aprire nuovi scenari nel 2008. Sono in fase avanzata i contatti per reperire una nuova figura di vertice che si occupi della programmazione espositiva; non solo ma anche pianifichi una serie di partnership con altre strutture non necessariamente della provincia.

Svecchiarsi – "Stiamo prendendo contatti – rivela Luigi Carcano, già direttore acquisti dell'azienda Bandera, oggi, in pensione, ma rimasto a disposizione della famiglia per gestire la logistica della Fondazione – con tre personaggi abbastanza conosciuti. Non è ancora certo se come direttori a tutti gli effetti o come consulenti esterni. La nostra necessità è quella di svecchiarci, di ritornare ad essere quello che il pubblico si aspetta da noi. Un luogo di richiamo, un luogo dove ci si possa incontrare, non necessariamente con il vincolo del ritorno economico".

Occhio alla fotografia – La Fondazione Bandera si guarda intorno: a livello politico, intanto. "Confidiamo in una donna che ha sempre mostrato attenzione verso la città come Luciana Ruffinelli, oggi figura di spicco in Regione Lombardia. Ma stiamo guardando anche ad altre realtà: come si muove Garbagnate per la fotografia ad esempio". Ed è proprio la fotografia tra le altre ipotesi, a prendere piede per il futuro. Sicura è la mostra dedicata a Joe McNally, tra i più noti fotografi viventi, così come la prospettiva di interagire con l'Archivio Fotografico Italiano. Nel mezzo, sicura, ma ancora da definire nei contenuti, l'annuale mostra legata al Baff e in estate l'omaggio ad Enrica Turri Bonacina.