Gallarate, Civico 3. In occasione dell’inaugurazione dell’esposizione «Mostre in mostra – polaroid selection» abbiamo incontrato l’artista e gli abbiamo rivolto alcune domande sul suo lavoro.

Quando si è accostato per la prima volta al medium fotografico e perché?

Il mio incontro con la fotografia risale al lontano 1978, quando lavoravo con la cooperativa «Animazione e Territorio» di Busto Arsizio. Mi trovavo in un centro estivo a Gallarate, quando a causa di un infortunio mi hanno letteralmente messo in mano una polaroid e sono diventato il fotografo ufficiale del campo Robinson. In quella circostanza ho iniziato a sperimentare con le polaroid, che erano particolarmente adatte per lavorare con bambini e ragazzi durante la mia attività di formatore teatrale data l’istantaneità del risultato prodotto. In seguito ho abbandonato le polaroid e le ho ritrovate nel 2000, quando ho ripreso a sperimentare, per arrivare a far parte di Polaroiders (si tratta di un social network dedicato alla fotografia istantanea, fondato nel 2010 da Alan Marcheselli e Carmen Palermo).

Com’è nato l’incontro con lo spazio Civico 3 e quando è nata l’idea di una personale?

Ho conosciuto il Civico 3 tramite Chicco Colombo come visitatore; in seguito, prima dello scoppio della pandemia, è nata l’idea di una mostra, che inizialmente doveva essere una collettiva di immagini polaroid del gruppo Polaroiders. Ovviamente il progetto si è arenato per il Covid, ma è stata proprio la community a darmi lo spunto per trasformare la collettiva in una mostra personale. Infatti nel 2021 per celebrare i dieci anni di Polaroiders Italia è stato realizzato un volume e mi è stato chiesto di donare un’opera del mio archivio. Da qui l’idea di ricostruire il mio percorso artistico al Civico 3 attraverso gli scatti che galleristi, direttori artistici e giurie hanno apprezzato e selezionato negli anni per pubblicazioni ed esposizioni.

Quali opere ha scelto per la mostra al Civico 3?

Le fotografie in mostra coprono un periodo lungo vent’anni, che parte dal 2000, quando mi sono riaffacciato al mondo delle polaroid, e sono caratterizzate da tecniche di manipolazione a secco, dopo lo scatto. C’è un’intera sezione dedicata al progetto del 2003 «Istanti floreali», che nasce per la rivista Il Fotografo e che è stato esposto in alcune personali. Si tratta di veri e propri «micropaesaggi», come li ho definiti in passato, ovvero composizioni di tre diverse inquadrature dello stesso soggetto, quasi a costruire un racconto. Purtroppo il progetto si è interrotto qualche anno fa perché la Polaroid Spectra, la pellicola da me privilegiata e adoperata per i lavori, non viene più prodotta. Inoltre ho deciso di esporre alcuni scatti con cui ho partecipato a diverse edizioni di ISO600, il Festival della fotografia istantanea, nato da un’idea dei fondatori del gruppo Polaroiders. Altro progetto che ho voluto mostrare è «Polaroiders sottovuoto», risalente al 2013 e ospitato dalla Galleria Studio Raffaello Giolli a Milano. Per scelta del gallerista oltre duecento fotografie istantanee Polaroid di quaranta artisti Polaroiders, tra cui anche le mie, vennero presentate sottovuoto. Fin dove possibile nella mostra al Civico 3 ho cercato di mantenere anche le cornici originali degli scatti e per il futuro mi auguro di poter collaborare nuovamente con lo spazio per dare vita alla collettiva dei Polaroiders.

Eleonora Manzo