Navata centrale - chiesa di San Cristoforo a VercelliNavata centrale – chiesa di
San Cristoforo a Vercelli

Voce al curatore – Un testo prezioso per gli studiosi e non solo. Un volume che in oltre 140 pagine raccoglie dati storici ed inedite scoperte nell'ambito delle arti figurative Piemontesi, dall'architettura alla scultura, passando dalla pittura fino agli arredi sacri e all'arte suntuaria. Abbiamo raggiunto telefonicamente il curatore del testo, Vittorio Natale che ha gentilmente illustrato i nuclei principali dello studio edito da Eventi & Progetti Editore.

Appuntamento consolidato – "I primi cinque volumi della collana "Arti Figurative a Biella e a Vercelli" – ha spiegato Natale – hanno raccolto l'analisi storico-artistica locale, secondo lo sviluppo cronologico che a partire dal Duecento arriva fino all'Ottocento. Terminata la panoramica temporale, abbiamo deciso di approfondire il percorso dando vita ad una serie di monografie dedicate ai luoghi culturali più significativi del panorama artistico del Piemonte orientale. Dopo il volume, pubblicato lo scorso anno, sulla collezione di disegni della Pinacoteca di Varallo, il libro che chiude il 2009 è focalizzato su due importanti edifici chiesastici: San Sebastiano a Biella e San Cristoforo a Vercelli (dove sono conservati la straordinaria pala della Madonna degli aranci e la Crocifissione affrescata, entrambi di Gaudenzio Ferrari), illustrati da una serie di schede". Il volume, a cura di Vittorio Natale, reca contributi di Gian Luca Bovenzi, Antonella Chiodo, Sara De Dominici, Matteo Facchi, Franco Gualano, Alessia Meglio, Alessandra Montanera, Roberta Pozzato, Simone Riccardi, Edoardo Villata. Il progetto editoriale nasce da un felice connubio tra Fondazione Cassa di Rispario di Biella, Eventi & Progetti Editore e BiverBanca.

Nomi di illustri concittadini – "Se la chiesa di San

Rilievo scultoreo di Carlo GiudiceRilievi scultorei nell'altare
realizzato da C. Giudice

Sebastiano a Biella – prosegue Natale – conserva ancora al suo interno l'aspetto rinascimentale, quella di San Cristoforo si presenta come uno straordinario esempio di unità decorativa settecentesca di sapore barocchetto. La decorazione dell'interno venne infatti affidata nel 1752 ai fratelli Giacomo Antonio e Francesco Antonio Giovannini da Varese che rivestirono le pareti con affreschi di gusto schiettamente barocchetto". E dalle bellissime foto del testo e dalle schede riservate ad ogni opera conservata nel tempio sacro, si apprezzano le finte aperture architettoniche in prospettiva e le finte decorazioni a stucco che decorano ogni angolo dell'ambiente interno. Così tornano alla mente le coeve decorazioni della chiesa di Sant'Antonio alla Motta del quadraturista Baroffio e quelle di San Martino nel centro di Varese, portate a termine dai Giovannini, dal Magatti e da Francesco Maria Bianchi. Ma anche la chiesa di San Giorgio a Biumo Superiore, sovrastata dalla Gloria della Vergine affrescata da Pietro Antonio Magatti e Giuseppe Baroffio.

Madonna degli aranci, di Gaudenzio FerrariMadonna degli aranci,
di Gaudenzio Ferrari

Con rigore filologico – "L'intervento pittorico dei fratelli di Varese – prosegue Vittorio Natale – tende a trasfigurare l'ambiente, inglobando in un insieme coerente, anche gli arredi come il pulpito, la cantoria e gli stalli del coro". Matteo Facchi, nella scheda dedicata all'intervento dei Giovannini nella chiesa di San Cristoforo, sottolinea che: "I due quadraturisti non si limitarono ad affrescare quasi tutta la chiesa ma, almeno per quanto riguarda Giacomo Antonio, che fra i due fratelli appare sempre come il capo, sovrintesero a tutti i lavori destinati a dare un aspetto barocchetto all'edificio. Nei contratti con i maestri incaricati di realizzare gli arredi lignei e l'organo, i Barnabiti prescrivono di rimettersi sempre al giudizio di Giacomo Antonio Giovannini. Ai due fratelli si deve senz'altro la chiamata a Vercelli del figurista Francesco Maria Bianchi con cui in precedenza avevano lavorato a Varese nel 1722-23, a Lugano e Ghemme".

Presenti all'appello – Ma i fratelli Giovannini non sono gli unici artisti del Varesotto in trasferta in quel del Piemonte, giacché nel volume è ampiamente documentata anche l'opera di Carlo Giudice di Viggiù che realizzò nel XVIII secolo complessi altari per la chiesa di San Cristoforo a Vercelli, del marmista Francesco Gariboldi (1843 – 1926) originario di Bisuschio e attivo a Vercelli, e del più noto Vincenzo Vela di Ligornetto autore di un intenso ritratto di Alberto La Marmora, collocato nel transetto destro della chiesa di San Sebastiano.