Continua fino al prossimo 5 novembre Art Fest, un festival ideato da Claudio Benzoni: un percorso esplorativo all’interno della ‘scrittura artistica’, alla scoperta dei diversi linguaggi creativi, fatto di incontri e appuntamenti tematici con artisti ed esperti.

Benzoni, già insegnante al Liceo Artistico, quindi illustratore e grafico e impegnato in importanti aziende italiane e internazionali, ha fondato nel 2006 una propria casa editrice, per la quale ha scritto e curato dei libri sul tema della scrittura. All’inizio del 2016 ha creato le opere grafico-digitali “Virus” e “Ideoscriptura” – ispirate dall’osservazione della configurazione delle lettere dell’alfabeto – quindi ha deciso di esporle e di dare il via alla prima edizione di Art Fest, ospitata dallo scorso settembre e fino al prossimo 5 novembre dal Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, presso il Castello di Masnago di Varese.

Cos’è Art Fest, un festival completamente organizzato e gestito da lei?
Nasce da un’idea o forse da un sogno. Il sogno di chi vuole lasciare dei segni. Questa è da sempre l’esperienza dell’uomo: quella di lasciare segni, simboli, disegni e scritture per comunicare con gli altri uomini. Inseguendo questo sogno ho ideato un festival sul linguaggio, sulla scrittura – rivolto a giovani e adulti – affrontando diversi temi sull’argomento. Dai temi culturali e artistici a quelli della musica, dell’universo e della multimedialità. Era un modo per affrontare in maniera allargata il discorso della scrittura, che tutti praticano nella quotidianità in diversi modi.
Come si declinato questo festival? Oltre alle sue opere legate al segno, presentate nella mostra “Ideoscriptura”, ci sono stati e ci sono ancora tanti ospiti sul tema della scrittura.
Al centro di questa edizione di Art Fest è stata la mia ricerca artistico culturale sul tema: dopo aver fatto per diversi anni il grafico e aver pubblicato dei libri, mi sono occupato della scrittura rileggendo i documenti più antichi, per vedere il filo conduttore tra le prime esperienze umane dai graffiti, dai pittogrammi nelle grotte, fino a tutti gli altri percorsi che ha fatto l’uomo. Dalla scrittura cuneiforme al geroglifico, fino alle nostre lettere dell’alfabeto, per cercare di cogliere dentro tutte queste esperienze quei segni che potevano farci capire come noi usiamo oggi la scrittura, in particolare con il mezzo più diffuso, Internet, e quello multimediale. Da una contaminazione, un amalgama tra le antiche scritture e quelle più attuali nasce il mio lavoro. Considerando, partendo dalle antiche scritture, che oggi usiamo le lettere dell’alfabeto anche attraverso i nuovi media, mi chiedo come sarà la scrittura tra 500, 1000 anni. Come saranno i suoi segni? Saranno sempre alfabetici o torneranno a diventare “segni disegnati”, un po’ come si usa oggi con gli emoticon, le faccine dei messaggi? Questo ha stimolato il mio lavoro, quindi da queste contaminazioni tra le diverse le scritture sono nati nuovi segni che ho proposto come riflessione culturale-artistica. Mi sembrava poi utile appoggiare quest’esperienza invitando a prender parte all’evento altri artisti che lavorano con la scrittura per realizzare le loro opere: è venuto a esporre i suoi lavori Alfredo Rapetti, figlio del famoso Mogol, poi c’è stato Silvio Monti. Adesso ci sono esposte alcune opere di Emilio Isgrò e del varesino Alessandro Uboldi . Domani alle 10:30 parlerà negli spazi del museo Roberto Carraro, che lavora con la multimedialità. Quindi sarà molto interessante per i giovani che vorranno seguire la sua esperienza. Art Fest si chiuderà con il finissage di Ermanno Cristini. A indagare la scrittura nei suoi vari aspetti c’è stata Lorena Giuranna, una critica d’arte del Maga di Gallarate, che ha parlato soprattutto ai giovani del Liceo Artistico. Ha preso parte al festival anche Giulia Venuti, direttrice del Museo Officina della Scrittura di Torino. C’erano poi Giò Fuga, che è un disegnatore di caratteri tipografici e Luca Barcellona che è un writer e un bravo calligrafo. Era presente anche Giorgio Zanchetti, un critico d’arte che insegna alla Statale. E ancora Fabio Peri che è un astrofisico, direttore del Planetario di Milano, che ha tenuto un interessante incontro sul linguaggio dell’universo. Nel corso dell’Art Fest si è parla della scrittura da diversi punti di vista.

Quindi tantissimi grandi ospiti ed esperti di multimedialità che hanno condiviso le loro conoscenze per capire cosa potrebbe aspettarci nel futuro. Quale può essere il consuntivo, il bilancio di questa prima edizione di Art Fest?
Complessivamente mi ritengo soddisfatto della partecipazione e dell’adesione. E’ stata un’esperienza positiva. Purtroppo non ha avuto un grande supporto dai media e dalle istituzioni. Il pubblico non è stato informato a sufficienza. Si è parlato del festival solo nella fase iniziale. L’Art Fest è frutto di una mia idea, un’idea che ho sostenuto in tutte le iniziative, cercando di far arrivare l’informazione al pubblico. Purtroppo in certe situazioni, nonostante ci fossero personaggi di grande interesse e valore, la partecipazione è stata un po’ ridotta.
L’Art Fest ha comunque ha preso il via con un’edizione importante. Ci sono delle basi per un grande crescita.
Era proprio questo l’obiettivo del mio lavoro: continuare, di anno in anno, a proporre un festival su temi diversi. Ho voluto tracciare un percorso di segni perché potesse germogliare anche nella fantasia creativa di altri. Adesso è importante che le persone e le istituzioni partecipino e contribuiscano a sostenere, rinnovare e rilanciare Art Fest. Io ho messo la prima pietra.
Chiara Ambrosioni