Una veduta di ArcumeggiaUna veduta di Arcumeggia

"Ci conosciamo da vent'anni e, da allora, condividiamo la passione per l'arte oltre alla professione di insegnanti. Il nostro vuole essere un omaggio in pittura e scultura al borgo dipinto di Arcumeggia, una mostra itinerante tra Maccagno, Gavirate e Cassano Valcuvia". Marco Zanzottera presenta la mostra collettiva – che è insieme appello culturale – sottoscritta insieme con Massimo Conconi, Emilio Corti e Ignazio Campagna.

La collettiva è un omaggio poetico ed artistico al borgo di Arcumeggia e, insieme, punta i riflettori sul pericoloso spopolamento del centro arrocato in montagna e su un'eccezionalità artistica e storica: il territorio delle Valli del Verbano.
"Eccezion fatta che per la meritoria Sangalleria, le proposte culturali e le attività commerciali ad Arcumeggia stanno lentamente scomparendo – spiega Zanzottera – Se negli anni '90 diversi sono stati gli interventi "in soccorso" dei dipinti murali, come la costruzione dei piccoli tetti, oggi il tessuto sociale si sta sgretolando, così come i celebri dipinti".
Nel 2007 l'Opificio delle Pietre dure di Firenze ha esaminato tutti i dipinti, indicando le condizioni di ciascuno e gli interventi necessari, ed è stato evidenziato che alcuni sono già irrecuperabili.

"Latitanti sono pure gli artisti e se ancora due decenni fa esisteva una commissione

I dipinti ai muriI dipinti ai muri

artistica, presieduta da Floriano Bodini, Giancarlo Ossola e Claudio Rizzi, incaricata di "ingaggiare" gli artisti", oggi il borgo vive nell'immobilità e nell'assenza di interventi creativi". Problematico è anche il ruolo delle istituzioni pubbliche in capo alla Convenzione preposta alla tutela e alla valorizzazione di Arcumeggia. Negli anni '90 le quote erano così "spartite": Comunità Montana 50% (ente capofila), Provincia 30%, Comune 20%, oggi le teste che presenziano all'accordo di programma territoriale "sono capovolte": Provincia (ente capofila) 60%, Comunità delle Valli del Verbano 30% e Comune solo il 10%. Tradotto: maggior potere all'ente centrale fino a digradare tra le Comunità Montane "accorpate" e, fanalino di coda, il Comune.

"Non per forza occorre proseguire con la campagna di dipinti murali – specifica Zanzottera – i tempi e le condizioni sono molto differenti dagli anni '50. Si potrebbe però certamente richiamare e rinverdire la tradizione dei corsi di affreschi o puntare su mostre collettive estemporanee. Insomma far vivere Arcumeggia è ancora possibile, occorre ripartire dalla tutela, dalla conoscenza e da un investimento mirato e significativo".