Nei calchi espressivi riprodotti fotograficamente, v'è espresso il riflesso interiore di ciò che produce il mondo esterno: meraviglia, dolore, gioia, perplessità, indifferenza, stupore, a comporre un caleidoscopio emotivo filtrato dalla consapevolezza che non sempre è opportuno rivelare pubblicamente i propri stati d'animo.

Si coglie una amorevole attenzione, da parte dell'artista, nel tutelare, di ogni maschera l'intimo afflato, a dire come in quel preciso momento si sia fermata quell'unica emozione.
Il percorso formativo e artistico di Laura Ferrari inizia nel 2005 con la specializzazione in fotografia nell'ambito dello spettacolo e delle performing arts.

A partire dal 2007 lavora per importanti festival e teatri d'opera, dal Teatro alla Scala, al San Carlo di Napoli, al Teatro dell'opera di Roma.

Tra le esposizioni va ricordata quella al Pesaro Photo Festival nel 2912 con la personale "I corpi, lo spazio".
Nel 2912 è chiamata da Marina Abremovic a documentare le fasi della performance "The Abramovic Method" al PAC di Milano.

Dal 2011 insegna fotografia di scena ed elaborazione digitale presso l'Accademia del Teatro alla Scala.

Fra ogni artista e le sue opere si creano parallelismi , nel caso di Laura Ferrari, quanto affermato assume illuminante evidenza nell'allestimento composto da dittici, trittici e sequenze di più opere atte ad aprire a ritmi narrativi e idealmente sonori poiché, immaginando acustiche vocali emesse dalla maschere, si potrebbe arrivare a comporre uno spartito musicale.

Quelle maschere esprimono altresì l'allusività del silenzio che precede e chiude ogni recita, unendo la sospensione dell'attesa iniziale, al malinconico smarrimento che precede il ritorno alla realtà.


Laura Ferrari – "Identità nascoste"
Milano – Spaziotemporaneo, Via Solferino 56
Fino al 14 febbraio
Orari: da martedì' a sabato 16-19,30