Milano – Le sculture di Gonçalo Mabunda dialogano con i dipinti di Massimo Kaufmann nella mostra allestita alla galleria Giovanni Bonelli. Quattordici le opere di Mabunda delle quali dieci maschere e quattro troni; otto i dipinti, di Kaufmann, alcuni di grandi dimensioni, realizzati nell’ultimo decennio .Armi, oggi dismesse, utilizzate durante gli anni della guerra civile che per 16 anni ha afflitto il Mozambico, prendono corpo con nuovi significati nelle creazioni di Mabunda. L’artista infatti assembla qualsiasi tipo di scarto bellico (proiettili, bombe, fucili) per comporre troni e maschere. In particolare quest’ultime hanno un forte potere evcativo mantenendo i valori simbolici e rituali delle antiche maschere tribali, appartenenti alla cultur e alla tradizione dell’artista pur donandogli una veste totalmente contemporane. Alle pareti della galleria sfilano invece le atmosfere astratte di Massima Kaufmann. I dipinti, risultato di un meticoloso dropping mettono in risalto strafificazioni di tasparenze cromatiche che possono essere lette come un processo di crescente mediazione in cui i gesti vengono gradualmente ridotti al minimo. Fino al 3 aprile martedì-sabato, 11-19. Consigliata la prenotazione T. 02.87246945 | info@galleriagiovannibonelli.it .

Milano – Con la mostra “Past” Jacopo Benassi espone alla galleria Francesca Minini. In questa mostra il fotografo presenta l’insieme degli scatti che danno vita a un’indagine decennale sui temi dell’identità, della notte, del lavoro. La nuova serie subacquea d’immagini  documenta un’ esperienza inaspettata e straordinaria. Un modo personale  di utilizzare la fotografia in bianco e nero e  la scelta di rovesciare la sua e la percezione di chi osserva della natura, trasformando il mare in un emozionante metafisico e notturno scenario. Utilizzando un flash subacqueo, per coprire e neutralizzare ogni riflesso di luce, Benassi ha accentuato la sensazione di trovarsi in un altro pianeta. Un mondo che trascende per dare  risalto a sensazioni diverse di alterità, di isolamento, di incognito fantasmatico e di silenzio. Un racconto che vede coinvolta anche la terraferma, i boschi affacciati sul mare, il  legno devastato dagli incendi che  mutano le coste e gli scenari. Sino al 27 marzo; orari: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19.

Milano – Non sono semplici schizzi architettonici ma vere e proprie mappe mentali dove l’artista giustappone e contrappone storie, visioni e micronarrazioni. Questo nelle opere di William Magruder raccolte nella personale “Bill & The City” allestita alla galleria Manifiesto Blanco di via Benedetto Marcello. Architetto e illustratore californiano,  (ora milanese) Magruder si distingue, oltre per l’abilità tecnica che contraddistingue i suoi disegni di architettura urbana ispirati alle espressioni del XVIII e XIX secolo, per la ricchezza di studi nei dettagli decorativi. Sono per lo più le architetture militari e le cittadine fortificate ad affascinare l’artista che  immerge il proprio lavoro in un flusso immaginifico pervaso di echi che rimbalzano da un lato all’altro dell’Atlantico con richiami non solo ai lavori di artisti, architetti e illustratori statunitensi ma anche dallo spirito della Secessione viennese, dai progetti di altre figure di rilievo quali Portaluppi e Aldo Rossi. Finoal 12 marzo; orari: da lunedì a venerdì 16 -19 con prenotazione: www.manifiestoblanco.com

Milano – La Leica Galerie di via Mengoni presenta la mostra “Ultra– Flowers” una collettiva che vede coinvolti i fotografi Pietro Baroni e Marco Casino, assieme allo scenografo Andrea Bottazzini. Curata da Denis Curti, critico ed esperto di collezionismo fotografico, l’esposizione si compone di 23 still life di fiori e piante dai colori inusuali; un mondo cromatico che solo alcuni animali (come gli insetti ad esempio) possono normalmente percepire. Gli artisti hanno infatti creato le proprie opere, utilizzando una luce multi-spettro, (come quelle in dotazione alla Polizia Scientifica per la rilevazione di tracce invisibili), filtri colorati, treppiede e tempi di esposizione di parecchi secondi. La collaborazione con lo scenografo Andrea Bottazzini ha permesso poi di creare composizioni e sezioni di fiori che ricordano la flora e gli erbari d’immaginari pianeti lontani. La mostra rimarrà in calendario sino al 13 marzo. Per informazioni o prenotazioni: https://www.eventbrite.it.

Milano – Twenty14 presenta, nelle sale di via Saffi, la prima mostra italiana dell’artista tedesca Alina Maria Frieske intitolata “Abglanz”, che tradotto significa riflesso. L’esposizione raccoglie una serie di collage in cui centinaia di frammenti presi da varie fotografie vengono assemblati in nuove immagini, come fossero pezzi di diversi puzzle, mescolati e abbinati in un unico tableau. Si tratta di un corpus di lavori che rimanda al mondo digitale nella forma, ma nella pratica ammicca alla tradizione pittorica. Attraverso queste composizioni Alina Frieske tira le fila della nostra percezione su più livelli, lasciando lo spettatore incerto sull’oggetto del suo sguardo. I soggetti ai quali fa riferimento l’artista sono prevalentemente domestici e il materiale di base con cui sono costruiti proviene da immagini caricate su piattaforme di condivisione online e social network. Queste, combinate tra loro, si mimetizzano nella reciproca imitazione. ll lavoro di Alina Frieske esplora i confini tra individuo e massa, tra elementi figurativi e illusione. La mostra è integrata con un’approfondimento digitale in partnership con la piattaforma Art Curator Grid. Fino al 31 marzo su appuntamento.

Milano – Alla galleria Giò Marconi è visitabile la mostra “Cielo di giugno” di Enrico David. Per la prima volta una sua mostra si compone esclusivamente di lavori grafici, di “inizi” e di “indizi” che in altre circostanze vengono poi tramandati in media e linguaggi differenti. La loro sequenza, oscillando tra approssimazione e distanza, sottolinea la posizione di David come pittore e ha come pretesto un’esteriorità fatta di aria e atmosfera, di pulviscolo e luce, di vento calante e primo buio. La mostra si compone essenzialmente di tre nuclei di dipinti: tele di grandi dimensioni che, come in un’architettura, costituiscono la struttura portante per gli altri lavori e rappresentano i tralicci su cui il resto si inceppa. Le piccole tele sono invece quasi degli studi, composizioni visive che, come in una sorta di acrostico, esplorano le possibilità del dipingere, o meglio, del come fare  pittura nel modo meno pittorico possibile. La mostra continuerà sino al 20 marzo e si potrà visitare su appuntamento (02 2940 4373). Orari: martedì – sabato 11-19.

Milano – La personale dell’artista tedesca Nataly Maier, intitolata “Forma del colore”, alla galleria Morone. I lavori presentati in questa mostra, costruita sulla dialettica sintonia tra pezzi di momenti divers,i evidenzia come la riflessione dell’artista si sia svolta nel tempo quale risposta ad una profonda interrogazione sulla natura, sui caratteri della rappresentazione artistica  e sul processo sotteso al guardare. Il percorso della Maier, dunque, si svolge sul piano concettuale dell’analisi e si manifesta in ogni opera nell’intreccio tra forma e colore. La luce diventa fondamentale come elemento unificante e perno della visione, componente essenziale nello sperimentare la versatilità in un mezzo tradizionale come la pittura. La mostra è inserita all’interno del programma Palinsesto 2020 “I talenti delle donne” dedicato al protagonismo delle donne nella cultura e nel pensiero creativo, promosso e coordinato da Comune di Milano- Cultura. L’esposizione negli spazi di via Nerino, prosegue sino al 5 marzo; orari: lunedì-venerdì 11-19.

Milano – “The Weather was Mild on the Day of my Departure” è il titolo della mostra di Paolo Parisi  allestita nelle sale della Building. Il progetto è costituito da quattro nuovi cicli di opere che riflettono sulla pratica della pittura e che rappresentano gli ultimi tre anni dell’intensa ricerca dell’artista. Alle opere del 2018-2020 si aggiungono quattro sculture e un video del 2013 che condividono la stessa riflessione allargata sull’oggetto quadro e sulla relazione di quest’ultimo con il contenitore in cui si inserisce. L’esplorazione dei temi dell’eredità del Modernismo, della pittura monocroma, del viaggio, fisico e mentale, inteso come scoperta e condivisione del mondo con “l’altro diverso da sé”, legano tutte le opere. L’esposizione, negli spazi di Via Monte di Pietà e a cura di Lorenzo Bruni, è programmata fino al 6 marzo. Orari: dal martedì al sabato 10-19.

Masnago –  E’  un affresco dello spirito e dei valori di un’epoca la mostra “Nel salotto del collezionista” visitabile al Castello.  Curata dallo storico dell’arte Sergio Rebora, l’esposizione  è un viaggio di scoperta della Varese di fine Otto e inizio Novecento, dove si fondono e si intrecciano crescita, arte e mecenatismo. Il percorso si snoda attraverso dipinti, sculture e oggetti d’arte decorativa, tra capolavori di Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giacomo Balla e Adolfo Wildt. A cavallo dei due secoli, esponenti della borghesia locale si affacciarono al collezionismo con raccolte di grande pregio. Si ricordano quella dei coniugi Bonazzola, poi destinata al comune di Varese, oppure la raccolta di Guido Rossi, imprenditore tessile originario di Gallarate, andata ad arricchire il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Fino al 2 maggio; orari:dal martedì al venerdì 9.30 – 12.30/14 alle 18.

Gallarate – Prosegue, nelle sale del MA*GA di via De Magri, la personale di Marzia Migliora intitolata “Lo Spettro di Malthus”. La mostra ruota attorno al progetto, realizzato grazie al sostegno di Italian Council, ambientato in gran parte nelle miniere di salgemma siciliane di Petralia e Racalmuto. L’artista si esprime attraverso un’ampia gamma di linguaggi: dalla fotografia, ai video, suono, performance, installazione e disegno, per ideare opere che elevano le più semplici attività umane a momenti in grado di raccontare stralci di storia collettiva. L’esposizione rappresenta l’ideale conclusione del ciclo di ricerca dell’artista degli ultimi dedicati all’analisi sul rapporto tra produzione di cibo, merce e plusvalore del modello capitalista e sfruttamento delle risorse umane, animali e minerarie. Temi evocati dal titolo in cui l’artista richiama la teoria enunciata da Thomas Malthus, economista e demografo inglese che teorizzava, già a fine diciottesimo secolo, il problema dell’insostenibilità tra crescita demografica e produzione alimentare, indicando come conseguenze di monoculture e allevamenti industriali, possibili carestie e pandemie a livello globale. Fino al 12 marzo; orari: 11-16 da martedì a venerdì.  Al Museo è inoltre possibile visitare la sala arazzi dedicata a Ottavio Missoni che, in occasione dei cento anni dalla nascita è stata riallestita. All’interno esposta una serie di opere del famoso stilista-artista.

Torino – Proseguirà sino al 9 maggio la mostra “China goes Urban. La nuova epoca della città” allestita nelle sale del MAO. L’esposizione propone al pubblico una prospettiva nuova e ampia che traccia una linea di continuità tra passato, presente e futuro, mettendo in relazione la cultura della Cina tradizionale con le imponenti trasformazioni delle città cinesi contemporanee. Ogni anno, in Cina, oltre 16 milioni di persone si spostano dalle aree rurali a quelle urbane dando origine alla più grande migrazione di massa. Intrecciando ricerca e immaginazione, la mostra è un’esplorazione di quattro new town: Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou, attraverso le quali indagare la nuova urbanizzazione  e condurre il visitatore a interrogarsi sul comune futuro urbano. Il percorso si snoda lungo due sequenze: la prima è la ricostruzione di una exhibition hall, luogo iconico tipico delle new town cinesi, in cui amministrazioni pubbliche e imprese mettono in scena la città per promuoverne stili di vita e successi raggiunti . La seconda invece parte da spazi vuoti per arrivare alle persone, riprese nella loro quotidianità o in ritratti “situati” dentro i nuovi insediamenti. Fino al 9 maggio; orari: mercoledì e giovedì 11 -19; venerdì 11 -20.

Piacenza – Alla Volumnia, spazio espositivo all’interno di una chiesa sconsacrata del centro cittadino dedicato all’arte e al design, ultimi giorni per una visita alla  personale di Giorgio Milani intitolata “La scrittura come enigma”. L’esposizione presenta oltre cento opere dell’artista piacentino, fra quadri e sculture in gran parte inedite, divise in dieci sezioni che documentano i cicli più importanti: dalle Torri di Gutenberg alle Babeli e ai Poetari Oriente Occidente, dalle Sublimazioni alle Sindoni di Gutenberg fino ai Canti ad Ombre Rare. La cifra espressiva di Giorgio Milani ruota attorno ad assemblaggi di caratteri mobili in legno per la stampa, non più in uso che l’artista trova e raccoglie nei magazzini di vecchie tipografie e ricicla come materiali per la sua ricerca. Sono caratteri che, idealmente, conservano la memoria del passato e del sapere umano. Fino al 28 febbraio con visite alla mostra  su prenotazione T. +39 335 6456147.

Saronno – Ultimo fine settimana per una visita alla mostra “Light, camera, action! Hollywood & Cinecittà” allestita al Chiostro arte contemporanea di viale Santuario a Saronno. Il percorso espositivo si snoda attraverso 120 fotografie vintage, in bianco e nero, dedicate al cinema hollywoodiano e romano, tra figure e titoli che partono dagli anni ’50 fino agli ’80. Si tratta di immagini che ritraggono momenti salienti, scene corali, scatti del backstage di set cinematografici italiani e americani. Fino al 28 febbraio; orari: mattino, da martedì a sabato 10/12.30; pomeriggio e domenica su appuntamento T.02 9622717-338 7720417.

Varese – In chiusura la mostra“…E quindi uscimmo a riveder le stelle- Dante nel presente tra Natura e Sociale”, la collettiva ospitata in sala Veratti. L’esposizione, a cura di Fabrizia Buzio Negri, organizzata in occasione del settecentesimo anniversario della morte del sommo Poeta, vede coinvolti trenta artisti che si sono ispirati alle visioni legate alla Divina Commedia. Ognuno ha interpretato le proprie emozioni con differenti linguaggi, stili e tecniche, rispondendo allo stimolante tema della mostra, con la scelta di vari passaggi delle tre Cantiche, calandosi in quel viaggio dell’anima compiuto dall’Alighieri. E’ possibile ammirare il percorso della collettiva anche attraverso un filmato realizzato da Guido Nicora sui versi dalla “Commedia” di Dante, il reading dell’attrice Gloria Dusi e i testi del curatore tratti dal catalogo (https://youtu.be/Tty6vUa2OM0). Fino al 28 febbraio; orari: mercoledì -giovedì-venerdì dalle 15 alle 17.