Brescia – Si aprirà il 25 gennaio nelle sale di Palazzo Martinengo la grande mostra dedicata alla Belle Époque con capolavori che Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, Corcos e Mancini eseguirono durante gli anni trascorsi a Parigi. Nella capitale francese questi pittori italiani si affermarono, conquistando i più raffinati collezionisti dell’epoca, immortalando le brulicanti piazze parigine, i lunghissimi boulevard, gli eleganti interni borghesi, gli affollati caffè e i teatri, cogliendo la figura femminile nella quotidianità e nei momenti privati. L’esposizione, a cura di Francesca Dini e Davide Dotti propone un percorso articolato in nove sezioni che raccoglie oltre 100 opere, per lo più provenienti da collezioni private e da importanti istituzioni museali Sarà inoltre possibile immergersi nel clima della Belle Époque grazie alla selezione di elegantissimi abiti femminili realizzati nelle Maisons di Haute Couture più raffinate; di coloratissimi manifesti – le cosiddette affiches – che pubblicizzavano i locali alla moda disegnati da insigni illustratori e di raffinatissimi vetri artistici dai decori ispirati alla natura, impreziositi da smalti, dorature e incisioni. Per alcuni artisti italiani Parigi è un punto di arrivo, l’obiettivo da raggiungere, il trampolino di lancio per ottenere guadagni e successo nella capitale mondiale del lusso e dell’eleganza. La mostra rimarrà in calendario sino al 15 giugno nei seguenti giorni e orari: mercoledì, giovedì e venerdì: 9 – 17; sabato, domenica e festivi 10 – 20.
Alba – Prosegue, alla Fondazione Ferrero la mostra “Impronte di luce di Giuseppe Penone”, figura tra i principali esponenti dell’arte contemporanea internazionale. Ideata per gli spazi della Fondazione e a cura di Jonas Storsve, in collaborazione con l’artista, la mostra presenta oltre cento opere, tracciando una narrazione visiva dell’ampia produzione che abbraccia un periodo che va dagli anni Sessanta a oggi. L’esposizione affronta il tema dell’impronta, centrale nella ricerca dell’artista, attraverso diversi linguaggi: dal disegno alla fotografia, dalla scultura all’intaglio in un compendio accurato della vasta selezione di generi e tecniche. Il motivo dell’impronta diviene nella visione di Penone sinonimo di contatto tra superfici differenti e trova una propria manifestazione ideale nella natura, intesa come ecosistema globale di cui ogni elemento è parte integrante, dall’essere umano alle foglie, dagli alberi alla terra. Accompagna l’esposizione un catalogo illustrato che raccoglie le immagini delle opere in mostra e saggi firmati dall’artista, dal curatore e contributi di studiosi quali Jean-Christophe Bailly, Olivier Cinqualbre, Carlo Ossola e Francesco Guzzetti. Fino al 16 febbraio, orari: mercoledì, giovedì e venerdì 15 – 19 / sabato, domenica e festivi 10 – 19. Per tutta la durata della mostra, nell’auditorium della Fondazione sarà visibile il documentario “La memoria dei fluidi. Giuseppe Penone scultore” di Giampaolo Penco (Italia, 2012). Il film sarà proiettato dal mercoledì alla domenica alle 16 e alle 17.
Rivoli – Esplora il concetto di mutuo appoggio approfondendo la collaborazione creativa tra esseri umani e natura Mutual Aid, la mostra in corso al Castello, ideata appositamente per lo spazio della Manica Lunga. Un’inedita riflessione restituita al pubblico attraverso le esperienze di oltre venti artisti e i loro collaboratori non umani che hanno affrontato il tema dagli anni Sessanta a oggi. L’esposizione, a cura di Francesco Manacorda e Marianna Vecellio, invita a rimettere in discussione la divisione tra cultura e natura, tra ambiente ed essere umano. Attingendo a diversi linguaggi espositivi come il video, la pittura, il suono, l’installazione e la scultura, “Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura” esplora visioni che cercano nuove modalità di partecipazione con altre specie, trasformando la Manica Lunga del Castello di Rivoli in un organismo dove opere e processi naturali cooperano alla realizzazione di una vera e propria mostra vivente. La mostra è visitabile sino al 23 marzo nei seguenti orari: da mercoledì a venerdì 10 – 17, sabato e domenica 11 – 18.
Piacenza – Prosegue alla Galleria Biffi Arte la mostra “La forma inquieta. La linea del sogno. Fra Art Brut e scenari contemporanei” dedicata a Carlo Zinelli. L’esposizione, in calendario sino al 26 gennaio celebra l’artista nel cinquantesimo dalla scomparsa dell’artista (1916-1974), tra i maggiori esponenti dell’Art Brut internazionale. La vicenda artistica di Zinelli nasce alla fine degli anni Cinquanta e diviene ben presto l’oggetto di attenzioni da parte di vari intellettuali italiani tra i quali Alberto Moravia, Dino Buzzati e Alfredo Todisco. Il valore di Zinelli venne subito riconosciuto anche da André Breton e dal gruppo surrealista. Il percorso espositivo di Piacenza presenta i tre periodi che mostrano il chiaro itinerario evolutivo dell’opera dell’artista: dagli esordi del 1957 ai primi anni Settanta. Opere che in mostra dialogano, per affinità tematiche e suggestioni dei linguaggi, con autori storici del Novecento e dell’età contemporanea. L’esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni escluso domenica e lunedì, nei seguenti orari :10.30-12-30 e 15.30-19.30.
Torino – Alla Gam è visitabile la grande mostra dedicata all’artista americana Mary Heilmann, una delle più importanti pittrici astratte contemporanee. La mostra ripercorre i sessant’anni della sua carriera, dai primi dipinti geometrici degli anni ‘70 fino alle recenti tele sagomate in colori fluorescenti. Le sessanta opere esposte attraversano la sua produzione offrendo uno sguardo ampio sul suo approccio ludico all’astrazione, toccando passaggi fondanti e nuclei tematici della sua opera. Una pratica che sovrappone le geometrie analitiche del minimalismo all’etica spontanea della Beat Generation. Le sue sono forme semplici mai definite da contorni e questa imprecisione aggiunge un elemento di freschezza e spontaneità al suo lavoro. In alcune delle opere, le forme amorfe sembrano fondersi tra loro come cera liquida, creando un effetto visivo affascinante e quasi ipnotico. La mostra, a cura di Chiara Bertola direttrice del Museo, prosegue sino al 16 marzo ed è visitabile da martedì a domenica dalle 10 alle 18.
Milano – Jean Tinguely è tra gli artisti che hanno tracciato la storia dell’arte del XX Secolo. A lui è dedicata la più ampia retrospettiva realizzata in Italia, dopo la sua scomparsa nel 1925, allestita negli spazi Pirelli HangarBicocca di Milano. Il percorso espositivo presenta oltre trenta lavori realizzati dagli anni cinquanta ai novanta che danno vita a un unico paesaggio composto da opere di vario formato, alcune addirittura monumentali, in cui emergono la componente sonora, quella dinamica e quella cromatica dell’espressività anticipatrice dell’artista. Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991) è considerato uno dei grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, e uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica. Al centro del suo lavoro vi è la ricerca attorno alla macchina con il suo funzionamento e movimento, i suoi rumori e suoni e la sua poesia intrinseca. L’artista è tra i primi a utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali che poi salda, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti dotate di veri e propri motori. Sculture che presentano un carattere performativo grazie al costante movimento e alla loro peculiarità di coinvolgere il pubblico. La mostra offre al pubblico la possibilità di entrare in contatto e approfondire la pratica dell’artista svizzero “padre” di un’arte lontana dall’idea di autorialità, mai univoca e definitiva: un’arte sovente realizzata come performance, talvolta collocata in luoghi non museali, transitoria e, grazie ai suoi elementi interattivi, capace di coinvolgere e affascinare. Il progetto espositivo, a cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli è aperta al pubblico fino al 2 febbraio nei seguenti orari: da giovedì a domenica 10.30-20.30.
Milano – Una mostra per esplorare due dei movimenti artistici più rilevanti di inizio e fine del ‘900: il Futurismo italiano e il Graffitismo americano. L’esposizione che indaga questi momenti è ospitata sino al 23 marzo negli spazi di Fabbrica del Vapore di Via Giulio Cesare Procaccini. “Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism ”, questo il titolo, si snoda attraverso 150 opere suddivide in sei sezioni lungo le quali si evidenzia come i percorsi di questi due movimenti corrono su due binari perfettamente paralleli: entrambi concepiscono il futuro non come punto di arrivo di un processo, ma come un’energia continua, un flusso, e quindi un eterno presente in cui l’atto creativo diventa lo strumento con cui l’artista è in grado di rappresentare il movimento, la velocità, e il flusso della sua epoca, diventando testimone del suo tempo. La mostra, curata da Carlo McCormick con la collaborazione di Edoardo Falcioni e Maria Gregotti e con un saggio critico nel catalogo della storica dell’arte Elena Pontiggia evoca quell’atmosfera urbana tipicamente senza precedenti in cui queste due correnti ormai consacrate dalla cultura mondiale sono nate e si sono sviluppate. Fino al 23 marzo, orari: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 19.30; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.
Legnano – Si avvia alla conclusione la rassegna “Fotografia e Industria”, organizzata da Afi, Archivio Fotografico italiano in differenti spazi espositivi di Legnano. A chiusura della fortunata iniziativa, sono in programma, l’11 e il 12 gennaio, una serie di incontri che avranno luogo a Palazzo Leone da Perego. Il primo appuntamento nella sala di via Gilardelli sarà sabato alle 17 con la conferenza “Sguardi. Luoghi non luoghi”, alla presenza dei fotografi Silvia Lagostina, Stefano Barattini e Roberto Venegoni. L’incontro sarà accompagnato da proiezioni e al termine sarà possibile seguire la visita guidata alla mostra dei tre autori. Il giorno seguente, alle 16, sarà all’insegna di “Storie” incontro con proiezione di un filmato firmato da un grande fotografo al quale seguirà la visita alle mostre. Chiuderà la giornata e la rassegna un aperitivo al quale si potrà partecipare con prenotazione, scrivendo a afi.fotoarchivio@gmail.com
Busto – Ultimo fine settimana per una visita alla mostra “Natura Est/ Il Rosario di Fibonacci” di Giorgio Piccaia ospitata nelle Sale delle Civiche Raccolte di Palazzo Ciogna. L’esposizione, a cura di Melania Rocca e Carlotta Cernigliaro rende omaggio alla perfezione della natura attraverso la sequeza numerica del matematico pisano che prende vita nelle pennellate di Piccaia attraverso i numeri che vengono scritti, riscritti e sovrapposti divetando così segni grafici e piittogrammi. Chiavi di lettura dei segreti della natura e della totalità dell’universo. La mostra, che si conclude il 12 gennaio, è aperta al pubblico: venerdì, dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18; sabato 14.30 -18.30 e domenica 15 – 18.30.
Busto – La Galleria Boragno ospita la mostra “1914. Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale”, organizzata dal Coro Ai Preat in collaborazione del Centro Culturale Synesis. “110 anni fa, in occasione del Natale, si verificò un fatto straordinario che ancora oggi è poco noto: gli eserciti che si fronteggiavano nella Prima Guerra Mondiale si fermarono e per alcune settimane diedero vita a una tregua non ufficiale. Dagli scritti dei soldati coinvolti si evidenzia come in quell’occasione ci si riconobbe fratelli, con desideri e attese uguali, con la stessa aspirazione alla pace. L’esposizione sarà visitabile nella sala di via Milano sino al 17 gennaio nei seguenti orari: tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.30; l’11 e il 14 gennaio dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17; 12 gennaio, dalle 15 alle 18.30. L’ingresso è libero; eventuali prenotazioni per gruppi numerosi possono essere inviate tramite il sito www.aipreat.it/1914.