Un'opera di ManciniUn'opera di Mancini

Quando l'arte guarda alla sociologia – Il titolo non lascia spazio alle intuizioni: Dalle manipolazioni all'omologazione, la nuova personale di Antonio Mancini in programma dal 13 febbraio a Castellanza, presenta una trentina di opere recenti che, nel suo stile inconfondibile, vogliono proporre una riflessione importante sulla condizione dell'uomo nella società contemporanea. Mancini, nato a Manopello (Pescara) nel 1939, ma legnanese di adozione, da sempre rivolge un'attenzione particolare a cambiamenti della società e alle dinamiche di relazione tra gli individui. Con questa mostra, curata da Fabrizio Rovesti, il discorso si approfondisce ulteriormente, sia nelle tematiche affrontate che nell'evoluzione stilistica.

L'uomo clone – Le opere esposte propongono una denuncia fortemente riferita alla manipolazione massemediale che, interferendo in maniera massiccia nelle nostre vite, genera inevitabilmente fenomeni di omologazione culturale e identitaria. Se la tipica stilizzazione dei personaggi di Mancini sicuramente è funzionale a questo messaggio, un'ulteriore evoluzione in questa direzione è stata operata nei lavori recenti attraverso la ripetizione e la clonazione dell'immagine

Un'altra operaUn'altra opera

umana. Le difficoltà di una comunicazione e di un confronto autentici, l'ambiguo rispecchiarsi nell'altro sono i temi più ricorrenti.

Artista alla ricerca di un'etica – Mancini traduce le dinamiche di relazione di questo "Io globale", smarrito e continuamente bombardato dai mass media, anche a livello stilistico: nelle ultime opere l'artista rilegge la figura mediante l'uso del computer, ricorre a fondi con campiture piatte e allestisce l'esposizione a guisa di dittici, trittici o più estesi polittici. Nel rispetto della sua consolidata cifra stilistica, le figure sono ridotte all'essenza, nella forma e nel colore, giocato su pochi e tenui registri cromatici. Armando Torno, presentando la monografia "Viaggio dentro la pittura di Antonio Mancini 1984 – 2004" edita dalla casa editrice Mazzotta, definisce l'artista "un pittore di idee di vita vissuta, che nascono da denunce, dalla sofferenza di una civiltà invasa dalla comunicazione, (…) dal tentativo di trovare un'etica tra le mille che la società propone". Di prossima uscita una nuova pubblicazione dedicata all'artista e curata dal critico d'arte Giorgio Fedeli.    

Antonio Mancini – "Dalle manipolazioni all'omologazione"
13 – 28 febbraio 2010
Villa Pomini
via Don L. Testori 14, Castellanza (VA)
Info: ufficio Cultura 0331.526263