Elisa RavasiElisa Ravasi

Elisa Ravasi ha festeggiato in questi giorni il suo trentaquattresimo compleanno. Dalla sua casa, ad Angera, ci ha raccontato la sua storia che è in continua evoluzione. Elisa è una persona determinata e sincera, soprattutto con se stessa; è una mamma con le idee chiare che punta alto e non si fa sottomettere, anche quando fare l'artista non è proprio una cosa semplice. Non sempre si può vivere di sola arte, ma la sua passione per la scultura non l'ha mai abbandonata, tra momenti di pausa e altri di operatività cerca sempre soluzioni nuove.

In principio –
Partiamo dalle origini. Elisa nasce e cresce in un ambiente dove si respira l'arte. Il nonno, Bruno Ravasi è architetto ed artista. Ce ne parla con nostalgica ammirazione "è il mio primo e più grande maestro. Anche se è mancato quando avevo solo quattro anni ho vivo in me il suo ricordo. In realtà è anche ora una presenza costante, attraverso i suoi lavori rivive con me ogni giorno e poi io credo ci sia anche altro. Penso che il legame di sangue sia qualcosa che non si può spiegare, che una persona ha per sempre".
Elisa capisce presto di essere attratta dall'arte e si iscrive al liceo artistico di Varese. Lì incontra un altro maestro, che l'avvicina e le insegna l'arte della scultura: Oreste Quattrini.

Uovo anarchicoUovo anarchico

"Quando ero in terzo liceo volevo cambiare corso, spostarmi dallo Sperimentale al normale e per farlo dovevo sostenere un esame. Fu allora che incontrai il professor Quattrini. Lui mi insegnò come manipolare i materiali, la creta, la terracotta, la ceramica. In studio con lui iniziai davvero a scolpire". Tra le tante forme possibili Elisa rimase subito attratta da quelle antiche, che sono tuttora i suoi soggetti di partenza. "Iniziai a fare delle copie da antiche statue greche e micenee. Il mio soggetto preferito era il vaso che trasformavo da semplice oggetto d'uso a scultura; poi ho deciso di bucarlo, rendendolo così inutilizzabile".
Dopo il liceo, Elisa si iscrive ad architettura, forse per seguire le orme di suo nonno, ma non era la sua strada. Iniziò così a frequentare il corso di scenografia all'Accademia di Brera. L'ambiente braidense si rivelò però troppo dispersivo e controproducente. Abbandonò scenografia e seguì un corso sperimentale di un anno dedicato all'arte sacra contemporanea "mi ha segnato molto il corso di arte sacra, le mie sculture sono simboliche e ricche di riferimenti all'antichità – continua Elisa – ho sempre prestato molta attenzione all'archetipo, al principio dell'uomo, al primitivismo".

Lavorando…-
Il primo lavoro di Elisa è stato presso una galleria di falsi d'autore in zona Naviglio Grande a Milano. In realtà lei non era molto abile in pittura, ma grazie all'aiuto di una zia pittrice ed a una full immersion tra tela e pennelli i risultati sono subito arrivati. La pittura è anche oggi uno degli interessi di Elisa che ha anche iniziato a realizzare delle opere pittoriche, ma per mancanza di tempo sono ancora da completare. Dagli esordi milanesi ad oggi di cose ne sono cambiate. Oggi Elisa lavora all'Arteatro di Cazzago Brabbia dove svolge diverse mansioni. Dalle scenografie, ai laboratori didattici, all'attrice vera e propria. "La passione per il teatro è stata una vera scoperta per me. Nel 2002 ho iniziato a conoscere – non di persona ovviamente – Carmelo Bene e lo ritengo davvero eccezionale. Condivido le sue emozioni ed idee. Il teatro, da passione personale, si è trasformato in un vero interesse e lavorare in quest'ambito mi regala molte soddisfazioni".

Rito antropomorficoRito antropomorfico

L'arte – Elisa non ha mai smesso di creare sculture. L'unica mostra personale che l'ha vista protagonista è stata ad Angera nel 2005, ma di opere nuove continua a produrne. "Non ho uno studio ufficiale. Avrei a disposizione uno spazio a Laveno, ma per ora non lo sto usando. Da novembre scorso sono iscritta al club delle donne dell'Euratom e sto facendo dei lavori in ceramica. Recentemente ho creato delle sculture particolari legate al surrealismo. Mi ha sempre affascinato questo movimento artistico e i suoi protagonisti. Ad esempio ho realizzato Uovo anarchico, una scultura che raffigura un uomo che esce dal sistema, una sorta di messaggio di coraggio che rispecchia un pò le mie idee." Elisa ha presentato in questi giorni una delle sue opere migliori alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. Purtroppo la risposta è stata negativa e così Rito antropomorfico (questo il titolo della scultura) rimarrà ancora con la sua autrice. La giovane artista continua a guardare avanti "la prossima cosa che voglio fare si rifarà alle antiche dee greche. I miti classici continuano ad affascinarmi…sono un archeologha mancata!"

Un'opera dell'artistaUn'opera dell'artista

E il pubblico? – La scultrice non espone da tanto tempo le sue opere, ma in realtà spera di fare presto una mostra "Non voglio esporre dove capita, nè pagare i galleristi o i comuni. Aspetto di fare un'importante produzione e mostrarla a qualcuno d'importante. Per ora spero di continuare positivamente col teatro e quando avrò accumulato molte opere potrò forse pensare ad un'esposizione".
Il linguaggio di Elisa è davvero affascinante. Crea opere che rimandano a tempi antichi e moderni insieme, che racchiudono messaggi che sono davvero universali. Sperimentazione e tradizione trovano nelle sue sculture la giusta sintesi formale. Affascina e stupisce con la sua arte.
Noi le auguriamo che tutto vada per il meglio e speriamo di vederla presto in qualche importante mostra.