Aldo Palazzeschi, in realtà Aldo Pietro Vincenzo Giurlani, nasce il due febbraio del 1885, vive i primi anni del 900, gli anni dei totalitarimi, delle guerre mondiali. Visse la nascita del futurismo ma anche la grande guerra, davanti alla quale si dichiarò sempre neutrale. Fu chiamato alle armi e dovette andare al fronte ma non ci rimase molto e soprattutto, durante questo periodo, non partecipò mai alla cultura ufficiale.  In un periodo di persecuzione, depressione e smarrimento Palazzeschi riuscì a dare con la sua arte uno spiraglio nuovo, un sorriso che non si lasciava vincere.

Comincia pubblicando il libretto di versi ‘I cavalli bianchi’, quattro anni dopo conosce Marinetti e aderisce alla sua creazione destinata a imporsi, il Futurismo. Quella tra Marinetti e Palazzeschi fu una stima e un’amicizia reciproca.
Un componimento emblematico del suo essere poeta è ‘Lasciatemi divertire’ dove il poeta si divertiva a giocare con le parole, per combattere, quasi rovinare la letteratura tradizionale. Non pensa a se come a un poeta, è giovane, folle, vive emozioni molto diverse e le esprime nei suoi testi.

Durante gli anni del fascismo, come abbiamo detto, non partecipò alla cultura ufficiale, ed anche lì nonostante ne fosse distaccato, era molto influente. In quel periodo Palazzeschi era già un punto di riferimento letterario, alla fine della guerra però stava maturando altre scelte fino ad avvicinarsi un pò a forme più tradizionali di scrittura e alla fine arrivò il sarcastico romanzo “ Sorelle Materassi” un successo di proporzioni nazionali.

Le parole le aveva studiate molto, derise, ci aveva giocato, le ha usate per dirci tutto e niente, nessuna scelta è fatta mai per caso. Quando leggiamo un’opera di Palazzeschi non possiamo non considerare ogni cambio di tono, di registro, ogni più piccola differenza stilistica, perchè lui sicuramente non lo lasciava al caso, perchè ogni parola nel mondo di questo poeta aveva un grande fascino, un fascino da scovare e scoprire, da nascondere a volte a noi lettori poco attenti, ma molto, molto significativo.

Abbiamo parlato di questo e molto altro in questa puntata di Poetando, e abbiamo ascoltato la poesia L’assolto, letta e interpretata da Aleardo Caliari: questa poesia rimane una delle più vivide testimonianze della grandezza di un uomo, e di un poeta.