La parrocchiale di ParabiagoLa parrocchiale di Parabiago

Sono tante le chiese della Diocesi di Milano dedicate ai Santi Gervaso e Protaso, tra cui Samarate, Novate Milanese, Lecco, Macherio, Caglio, Arluno e molte altre. Riceviamo e pubblichiamo questa segnalazione che ci parla di una chiesa vicina che festeggia i suoi primi 400 anni. E' quella di Parabiago.

Tra le manifestazioni in programma a Parabiago per celebrare i quattrocento anni della chiesa parrocchiale dedicata ai santi Gervaso e Protaso, la mostra Come Luce Viva, inaugurata il 17 aprile e aperta fino a domenica 25 aprile, vuole sottolineare il valore storico e artistico dell'edificio e nello stesso tempo riaccendere la memoria storica della comunità. Il percorso evidenzia, da un lato, la fasi costruttive della chiesa ricostruite attraverso documenti e progetti rinvenuti nell'archivio parrocchiale, dall'altro, attraverso fotografie, mostra l'evoluzione negli ultimi cento anni di una comunità che ha sempre guardato alla chiesa come al principale elemento di identità e coesione. La vicenda costruttiva inizia dopo la visita pastorale effettuata a

La pianta della chiesa in un antico documentoLa pianta della chiesa in un antico documento

Parabigo da San Carlo Borromeo nel 1584, visita in seguito alla quale la delusione per la preesistente cappella induce il santo a togliere l'autorità di capo di Pieve alla città per consegnarla alla vicina Legnano.

Nel 1610 la nuova costruzione vede la luce, ma rimane priva dell'apparato decorativo e della facciata. A una seconda fase dei lavori iniziata nel 1780 è legato l'intervento dell'elaborazione della fronte della chiesa da parte di Giuseppe Piermarini, il cui intervento nel progetto del prospetto principale dell'edificio si deve ad un illustre parabiaghese, Giuseppe Maggiolini, grande ebanista sodale del Piermarini nei cantieri legati alla corte ducale milanese. La chiesa raggiunge le dimensioni attuali solo nel 1939, quando viene dato compimento ad un progetto di ampliamento che aveva visto la luce già alla metà del XVIII secolo ed era stato successivamente abbandonato per cause economiche. Le carte d'archivio e le fotografie in mostra danno quindi vita ad un insieme che vuole sollecitare nel visitatore non solo memorie di un passato recente, ma il senso di appartenenza ad una comunità le cui radici affondano nella storia.