La Badia di GannaLa Badia di Ganna

Aspettando l'autunno – Mentre arrivano i primi consuntivi della stagione espositiva in Provincia di Varese per quest'estate 2010, già si pensa alle prossime iniziative e a (qualche) grande avvenimento che potrebbe – o dovrebbe – cambiare alcuni spicchi dello scenario culturale in Provincia. Ma a sentire galleristi, direttori di musei e giornalisti che operano in ambito culturale, la Provincia di Varese pare ancora in sofferenza soprattutto per quei (ancora troppi) monumenti che sono rimasti aperti a singhiozzo proprio nelle due decadi centrali agostane, quelle che secondo la vulgata, attirano il maggior numero di turisti dalle nostre parti.

E così, mentre la "sponda fiorita" pare essere sempre più rigogliosa, quì sembra che si soffra ancora la sindrome del "chiuso per ferie". Abbiamo raccolto alcune testimonianze a pochi giorni dalla chiusura delle

"Invitation au voyage" al Chiostro di Voltorre"Invitation au voyage" al
Chiostro di Voltorre

principali rassegne d'arte ma l'impressione è pressocchè la stessa: la grande assente soprattutto agli occhi dei turisti milanesi, è stata la Badia di Ganna, non aperta con continuità nel mese di agosto. E non parliamo di Cairate (o meglio, ne parleremo nei prossimi numeri) che si trova al centro di un vortice controverso di voci e pareri che ruotano attorno a problemi gestionali. Spesso si sente dire che il Varesotto ha bisogno di un rilancio turistico, di una rivalutazione territoriale. E da qualche tempo, in effetti, si sta cercando, con progetti studiati ad hoc ed iniziative diversificate, di far conoscere le bellezze culturali e le eccellenze enogastronomiche di questa terra, richiamandosi al "glorioso passato" che ha visto il territorio prealpino prescelto da molti ricchi borghesi lombardi al principio del XX secolo.

I 90 anni del Circolo degli Artisti di VareseI 90 anni del Circolo degli
Artisti di Varese

Ma c'è un ma. Posto che bisogna pur distinguere tra la villeggiatura del secolo scorso – i cosiddetti "soggiorni vacanzieri" – e tra moderno sistema turistico, che richiede anche un confronto europeo ed adeguamenti a standard minimi di servizi ed infrastrutture, noi siamo convinti che la chiave di successo di un buon rilancio turistico stia nel senso dell'ospitalità, in quella piacevole sensazione che, quando arrivi in una città, ti fa dire "mi stavano aspettando". È questa la cultura dell'accoglienza e del benvenuto su cui, ad esempio, hanno puntato molte località del Trentino o dell'Emilia-Romagna. Far conoscere un territorio, migliorare e mantenere la qualità della vita e la sostenibilità di una città, sono forme di valorizzazione dirette innanzitutto a chi, quel territorio, lo abita ma pronte ad essere proposte al più ampio numero di persone che lo vengono a visitare e conoscere.

Venendo ai Musei nostrani, i risultati paiono essere

Giò Pomodoro nel parco di Villa RecalcatiGiò Pomodoro nel parco di
Villa Recalcati

abbastanza soddisfacenti o comunque in linea con il "costume varesino": 1500 accessi a Masnago per la mostra dedicata ai 90 anni del Circolo degli Artisti (la mostra chiuderà i battenti il 26 settembre) e 1300 in Sala Veratti per "Musei Civici: riscoperte 1920 – 1940". "Considerati i dati delle precedenti mostre – spiega Daniele Cassinelli – possiamo dirci contenti". 1872 sono invece le presenze registrate al Chiostro di Voltorre per la collettiva "Invitation au Voyage", curata da Cristina Taverna e che con buona probabilità verrà prorogata rispetto alla data ufficiale di chiusura del 12 settembre.

Giò Pomodoro a Villa Recalcati, invece, ha registrato – approssimativamente – circa 3000 presenze. Ma già si pensa al futuro: la rassegna dedicata a Sangregorio che seguirà lo stesso clichè della precedente: grandi sculture nel parco settecentesco della sede della Provincia e tappa "fuori porta" a Taino per un approfondimento. Ancora tanta strada avanti per altre rassegne: gli anni '80 al MAGa di Gallarate (chiuderà il 26 settembre) e "I fiori di Manzù. Omaggio a Laveno Mombello" (chiuderà pure il 26 settembre). Troppe le gallerie private che invece chiudono definitivamente. Singolare è il caso di Tradate che attende ormai da mesi un rinnovato slancio cultural mecenatistico. Aspettiamo, fiduciosi, il cambio di stagione.