Claudio ArgentieroClaudio Argentiero

Un progetto ambizioso – L'Archivio fotografico Italiano si è ufficialmente insediato su territorio bustese. Firmata la convenzione con il Comune di Busto Arsizio lo scorso settembre per la nascita dell'Archivio Fotografico della Città, si sono dovuti attendere i tempi necessari per la predisposizione dei locali che sono stati resi agibili proprio durante le feste natalizie. Inutile dire che Argentiero, presidente dell'Afi, non ha voluto aspettare un minuto di più per poter mettere piede nella nuova sede. Il locale, ex sede della Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori), si trova nel cortile di Villa Tovaglieri che ospita l'Assessorato alla Cultura ed Educazione e l'Assessorato alle Tradizioni, Identità e Futuro. Proprio con quest'ultimo, grazie alla sensibilità dell'Assessore Ivo Azzimonti, è nato infatti il progetto di un archivio del territorio. 

Prima perlustrazione – Insieme ad Argentiero abbiamo visitato in anteprima i locali a loro destinati: la sede, piccola ma accogliente, è per ora attrezzata con un pc e con scaffali che raccolgono parte del materiale che andrà a costituire l'archivio. Si tratta di tutto il patrimonio fotografico di proprietà del Comune, raccolto negli ultimi decenni e frutto anche di moltissime donazioni di cittadini ed associazioni. Quel poco che abbiamo potuto sbirciare qua e là tra gli scaffali sembra già molto allettante: foto a colori di una Busto anni settanta, foto in bianco e nero dei vecchi cortili della città, immagini insomma di una Busto che non c'è più e che grazie a questo Archivio potrà essere preservata, non più solo nella memoria dei suoi cittadini, ma anche fisicamente grazie a una catalogazione e conservazione idonea del materiale. Confluiranno nell'archivio anche le 30.000 lastre del fondo Menotti Paracchi (attualmente al Museo del Tessile) e tutto il lavoro realizzato da Argentiero e soci negli ultimi vent'anni di lavoro, a partire dalla loro prima attività come Associazione "L'incontro", fondata nel 1988 e sin da allora orientata alla ricerca sul territorio.

La fase iniziale – Il progetto operativo per i prossimi tre anni è già stato stilato dall'Afi e non nasconde certo i suoi ambiziosi intenti, come quello di fare della nuova sede bustocca un punto di riferimento per la fotografia, che entri in dialogo con la città e i suoi cittadini. Tutti coloro che vorranno donare vecchie foto di Busto Arsizio, finora chiuse a chiave nel cassetto, potranno farlo, arricchendo così la conoscenza del nostro territorio. Tantissime sono le idee che l'Afi ha già in mente per il futuro, ma ovviamente ora bisogna partire a piccoli passi: "Bisognerà innanzitutto operare una selezione del materiale da catalogare secondo un criterio di qualità, poi si  procederà alla scansione e al reperimento dei dati per la schedatura informatica, e da lì poi si potrà organizzare il materiale secondo criteri tematici e cronologici per poi pensare a delle iniziative e alle prime piccole mostre" spiega Argentiero. La consacrazione ufficiale dovrebbe avvenire prossimamente attraverso una conferenza stampa e successivamente con l'inaugurazione della nuova sede. Un evento che attendiamo con gioia, nella convinzione che l'Afi potrà sicuramente dare uno slancio significativo alla scena culturale ed artistica della città e del territorio.