Come ricorderete, il 21 Aprile 2012 un incendio, causato da un fulmine che aveva colpito il campanile dell'Abbazia di San Donato a Sesto Calende, provocò una dispersione di fumi con conseguente deposito di polveri carboniose sulle superfici dell'intera Abbazia.
Si presentò dunque l'urgenza di ricorrere ad un intervento di manutenzione e restauro del campanile, di pulitura e consolidamento dei paramenti murari della chiesa e di tutti gli affreschi.
Molto in questi anni è già stato fatto (per una spesi 160.000 €), ora mancano solo gli affreschi del presbiterio, il cui ammontare è stato stimato a 110.000 €. Per tale ragione, la Parrocchia ha dato il via all'iniziativa "Adotta un affresco": una donazione che permetterà di proseguire i lavori di restauro sugli affreschi, opera di Biagio Bellotti e dei fratelli Giulio e Giuseppe Baroffio.

▪con 5.000 € adotti:
1. San Siro, 2. San Gandolfo,
3. Dio Padre in trono, 4. San Donato,
5. La Giustizia, 6. La Temperanza,
7. La Fortezza, 8. La Prudenza,
9. Angeli in gloria
▪con 4.000 €: 10. la "risorta", 11.-14. figure
▪con 3.000 €: 15.-17. gli angeli
▪con 2.000 €: 18.-21. le cornici
▪con 1.000 €: 22., 23. vedute architettoniche
▪con 500 €: 24., 25. cartigli; 26., 27. conchiglie
▪con 300 €: 28. il rosone centrale
▪con 150 €: 5 tasselli delle vedute architettoniche
Donazioni tramite bonifico: Banca Popolare di Lodi: IBAN: IT 10S0503450530000000002176
causale: "nome del donatore + pro restauro San Donato"
oppure: consegnando la propria offerta ai Sacerdoti
Benefici fiscali: le donazioni sono deducibili dall'imposta
La chiesa di San Donato sorge nel luogo in cui, si ha motivo di credere, un tempo vi era un tempio pagano. Documenti attestano che il complesso abbaziale di San Donato fu voluto da Liutardo, vescovo di Pavia dall'830 all'864, e fu fondato durante il regno di Lotario, imperatore e re d'Italia (818-855).

I restauri avviati nel 1959 nella chiesa e successivi lavori nell'area circostante hanno consentito la scoperta di frammenti marmorei lavorati di varie fogge e dimensioni: alcuni, reimpiegati nella costruzione dell'attuale edificio, sono inseriti nei muri della chiesa, altri sono conservati presso il Museo Civico Archeologico di Sesto Calende.

La decorazione a intreccio e i procedimenti di lavorazione, confortati dall'analisi stilistica e iconografica che ha messo in rilievo la rielaborazione di motivi tardoantichi, e dalla comparazione con analoghi manufatti, concordano nel datare i pezzi alla prima metà del IX secolo, in coincidenza con l'insediamento di una comunità monastica nella località di Scozòla, presso la chiesa di San Donato sorta a poca distanza dall'abitato di Sesto Calende. È dunque ipotizzabile che, parallelamente alla costruzione del monastero, la chiesa di San Donato -forse di epoca longobarda- sia stata riedificata o rinnovata. In tempi successivi, tra XI e XII secolo, l'edificio sacro venne abbattuto e radicalmente ricostruito, sostanzialmente nelle forme odierne, con il reimpiego di materiale risultante dalla demolizione della precedente cappella e di altro ancora di ignota provenienza.

La chiesa è a tre navate, originariamente tutte absidate. Il presbiterio, costruito sopra la cripta a oratorio, si presenta molto allungato e l'abside accoglie gli stalli lignei (del 1587) riservati un tempo ai monaci per la recita dell'ufficio divino.